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Poliziotto in coma a Roma: "È meningite"

Ricoverato allo Spallanzani. E ora i colleghi hanno paura. Della Sezione Volanti, ha fatto molti turni su metro e bus

Silvia Mancinelli
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Meningite a liquor limpido. La diagnosi dei medici dell'ospedale Spallanzani, dove il giovane poliziotto della Sezione Volanti di Roma è stato trasferito ieri mattina dopo la febbre improvvisa, parla chiaro. L'agente, ora ricoverato in coma, è sotto osservazione e in prognosi riservata nell'istituto specializzato nella cura delle malattie infettive. Ma la preoccupazione tra i colleghi, e non solo, è tanta. Il poliziotto, 26 anni, dorme al terzo piano della storica caserma Maurizio Giglio in via Guido Reni, proprio sopra la mensa e il bar, e svolge servizio antitaccheggio, principalmente a piedi, sulla metropolitana e sugli autobus, a stretto contatto con le persone. «Al momento non si hanno notizie sulla positività di agenti batterici, potenzialmente responsabili della condizione» del giovane, specifica con una nota di ieri la Questura di Roma. «Secondo quanto previsto dalle linee guida del Ministero della Salute, la misura di profilassi è prevista solo in caso di meningite da meningococco per le persone che sono state a stretto contatto con il dipendente negli ultimi dieci giorni - si legge ancora -, come chi condivide alloggio, bagni, mezzi di servizio. Non essendo ancora possibile escludere che si tratti di miningococco, tutti coloro che ricadono nella fattispecie prevista dal Ministero della Salute devono (scritto a caratteri cubitali ndr) andare da un medico (pronto soccorso, sala medica o medico curante) per una valutazione clinica e la valutazione dell'eventuale effettiva necessità di profilassi. Per queste stesse persone è inoltre previsto un periodo di sorveglianza sanitaria di dieci giorni dall'ultimo contatto con inizio immediato di appropriata terapia al primo segno sospetto di malattia, in particolar modo in caso di febbre alta». Proprio alla luce di questa emergenza, nella nota è stato specificato che la sala medica è rimasta aperta ieri pomeriggio e oggi. Il tamtam tra gli agenti, che si sono passati l'avviso della Questura per messaggio e attraverso i social, è andato alla stessa velocità dei loro pensieri e dei battiti di cuori spaventati. La paura di essere contagiati, di aver contratto il virus magari al bar o durante un turno insieme è tanta. Ed è ancora più grande il timore che la sanificazione di tutti gli ambienti, così come delle volanti del reparto, non venga fatta in tempi brevi. D'altronde non è la prima volta che la meningite colpisce un poliziotto e a Palermo, due anni fa, uccise Alberto Conforti, l'agente di 30 anni stroncato da una sepsi da meningococco. Il giovane non ebbe nemmeno tempo di curarsi, vista l'infezione fulminante. È di un mese fa il caso del poliziotto ricoverato a Genova con la tbc. L'uomo, che lavora per l'Ufficio Servizi agli ingressi della questura e nelle celle di sicurezza, sarebbe stato contagiato mentre svolgeva servizio all'ingresso della questura, dove vengono ricevuti i migranti richiedenti asilo. Si fece visitare per la tosse, ma venne dimesso dopo le cure del caso.Furono tante le polemiche in relazione ai controlli ritenuti insufficienti per gli agenti a stretto contatto con gli stranieri in arrivo sul territorio italiano dopo la traversata in mare.

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