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Serrande abbassate, centro deserto. Va in scena la paura dei black bloc

Damiana Verucci
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Centro deserto, decine di negozi con le saracinesche abbassate, militari e forze dell'ordine praticamente ovunque, turisti che si guardano intorno con aria smarrita. Il cuore della Capitale si è svegliato così, stamattina, nella giornata della ricorrenza dei Trattati di Roma. I varchi più importanti di accesso in centro sono presidiati, militari anche di fronte al palazzo di giustizia dove un automobilista, verso le 8 e 30 di questa mattina, ha pensato di sostare con la sua jeep in attesa di un amico e si è visto raggiungere pochi secondi dopo da un militare che gli ha chiesto di allontanarsi immediatamente. Il clima che si respira è di tensione, l'allerta è massima dopo l'attentato di Londra ad opera di un militante dell'Isis, e c'è un silenzio per le strade quasi surreale. Negozi come la Benetton di Corso Vittorio Emanuele e Tezenis espongono sulle vetrine cartelli inequivocabili: sabato 25 siamo chiusi oppure "l'orario di apertura di questo negozio potrà subire variazioni a causa del blocco pedonale". Chiuse anche alcune farmacie "per motivi di sicurezza" e alcuni uffici postali come quello di via Monterone, in pieno centro. I romani scuotono la testa davanti alla posta chiusa, i turisti, pochi, passeggiano godendosi le strade vuote, qualcuno chiede alla polizia il perché di tanti uomini delle forze dell'ordine in giro. Ci sono cortei o manifestazioni programmate ma il timore che possa accadere qualcosa è nell'aria. "Sono aperto ma pronto ad abbassare la saracinesca al primo problema", ci dice un esercente vicino largo Argentina.

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