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Tassiste a lezione di difesa personale

Mobilitazione dopo la violenza alla collega

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«Quello che è successo alla nostra collega non si deve ripetere più. Ma fino a che non si prenderanno dei provvedimenti seri, avremo sempre paura che ci possa accadere qualcosa». Francesca Mozzetti è una delle tassiste che sabato pomeriggio ha organizzato il corso di autodifesa dal titolo «Un fiocco rosa per te» nella palestra "Fitness Center" al Portuense. Un'iniziativa nata a seguito dello stupro della tassista romana lo scorso 8 maggio, ad opera del 30enne Simone Borgese, che ha scosso tutta la categoria. Sabato pomeriggio una trentina di donne che ogni giorno sono alla guida della propria auto bianca hanno partecipato al corso pomeridiano di due ore. A illustrare le tecniche di autodifesa, tra prese e movimenti ad hoc per mettere ko gli aggressori, il maestro karateca Decio Benedetti: «"Speriamo che a questa giornata, ne abbiamo poi seguito delle altre proprio per dare modo a queste donne di capire in che modo possano essere pronte ad affrontare situazioni di pericolo». Tra i promotori dell'iniziativa anche Marco Salciccia, tassista da circa 23 anni. «Già nel 2014 avevamo organizzato una giornata simile a questa - spiega - Dopo quello che è accaduto alla nostra collega, ci è sembrato doveroso proporre nuovamente il corso, anche per promuovere una piccola raccolta fondi in suo favore. Non è più tornata al lavoro dal giorno della violenza». Ma l'autodifesa è solo un modo per preparare i tassisti ad affrontare una situazione di pericolo. In realtà, la categoria crede ci sia bisogno di qualcosa di più per affrontare il problema della sicurezza. Due le proposte delle quali stanno discutendo ormai da tempo: prima di tutto i divisori tra la parte anteriore e quella posteriore della vettura e poi una telecamera a bordo di ogni autovettura collegata direttamente con una centrale operativa delle forze dell'ordine. «È dal 1998 che faccio questo mestiere - spiega ancora Francesca Mozzetti - Purtroppo la violenza verbale è all'ordine del giorno. Ma viviamo anche nella paura che questa si possa trasformare in qualcosa di fisico, come purtroppo è accaduto alla nostra sfortunata collega. Sono molti i casi di rapina e aggressione che riguardano sia le donne che gli uomini alla guida dei loro taxi». Solo nell'ultimo mese sono state almeno sei le rapine ai danni dei lavoratori, denunciano. Ecco perché i tassisti sono tornati a chiedere un maggiore sostegno da parte delle Istituzioni. Stamattina alle ore 11 una delegazione parteciperà alla commissione delle Elette del Campidoglio per parlare del tema. «Chiederemo di sostenerci nella nostra idea di inserire un divisorio nei taxi come già accade in altri Paesi - spiega Francesca - Sicuramente ci farebbe sentire più sicuri alla guida della nostra auto». Seconda proposta, quella di installare delle telecamere sulla vettura. Altro deterrente contro i malintenzionati.

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