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Lo sport saluta Silvestri

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Conla scomparsa di Umberto Silvestri, avvenuta all'età di 94 anni, Roma ha dato addio al suo patriarca. Silvestri fu patriarca per età, per longevità agonistica e per eccellenza di risultati. Alternò le sue fatiche sportive in particolare tra i ruvidi tappeti della lotta e i pantani dei terreni di rugby, discipline in cui l'eccezionale vitalità e l'energia dell'atleta trovarono totale consacrazione. Silvestri prese parte in lotta greco-romana a tre edizioni olimpiche, quinto classificato nell'edizione del 1936 a Berlino, sesto nel 1952 a Helsinki. Vinse due edizioni dei Giochi del Mediterraneo, 12 titoli italiani, di cui uno in libera, sempre con la maglia della Borgo Prati, alternata a quella della Nazionale, indossata in 45 incontri. Nel rugby, lo spirito di gruppo peculiare della disciplina esaltò il lottatore Silvestri. E anche qui la maglia fu sempre la stessa, quella bianco-nera a strisce orizzontali della squadra costituita, 150 lire il capitale sociale, in una tarda serata dell'ottobre 1930 in un appartamento di via di Villa Torlonia, di proprietà dei fratelli Vinci, Eugenio, Paolo, Francesco e Piero, primi firmatari del documento statutario insieme con Romolo Marcellini, il regista che trenta anni dopo avrebbe realizzato la magistrale pellicola sui Giochi Olimpici romani. Con la Rugby Roma, esordiente nel campionato 1934-35, sugli sterrati dei campi di Testaccio, del Motovelodromo Appio e dell'Acquacetosa e nelle disagiate trasferte lungo il territorio nazionale, Silvestri fu l'unico protagonista, insieme con Carlo Raffo, dei quattro scudetti conquistati tra il ‘35 e il ‘49. A chiusura della sua lunga stagione agonistica, si scrisse di lui di «faro nella mischia e animatore nello spogliatoio». Raramente epigrafe fu più appropriata.

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