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Primarie Pd: Renzi, Emiliano e Orlando si azzuffano su tasse e alleanze

Carlantonio Solimene
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Poca cortesia e molte punzecchiature. Il confronto televisivo su Sky tra i tre candidati alla segreteria del Pd è cominciato all'insegna del gelo tra i protagonisti Matteo Renzi, Michele Emiliano e Andrea Orlando. Primo attrito sulla questione legge elettorale/alleanze. Se gli sfidanti dell'ex segretario hanno spinto sulla propria non disponibilità ad allearsi con Forza Italia dopo il voto per un governo di larghe intese, Renzi ne ha approfittato per togliersi qualche sassolino dalle scarpe: "Le riforme puntavano proprio a dare un governo certo all'Italia, dopo il referendum invece c'è stato lo stallo, come avevamo anticipato". In quando al governo con Forza Italia, "lo abbiamo già fatto nel 2013". Ma è sulle tasse che il clima si fa rovente. L'ex premier difende gli ottanta euro, "la più grande redistribuzione del reddito mai avvenuta in Italia". Emiliano li boccia collocandoli all'interno "di una politica tutta basata sui bonus che si è rivelata fallimentare". Orlando fa un distinguo: "Bene gli 80 euro, ma è stato un errore chiederli indietro ad alcune fasce di contribuenti". I due sfidanti spingono poi forte il piede sull'acceleratore sulle nuove tasse. Entrambi citano la web tax, il ministro della Giustizia parla anche di una sorta di patrimoniale, ovvero di un "contributo" da parte dell'1% di italiani che guadagnano cifre molto importanti. Ipotesi entrambe rispedite al mittente da un Matteo Renzi particolarmente scuro in volto.

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