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Il listone sovranista manda in tilt il centrodestra

Carlantonio Solimene
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Centrodestra in tilt per il listone sovranista. Le indiscrezioni sempre più insistenti sulla possibile unione di Lega e Fratelli d'Italia in un'unica lista alle prossime elezioni politiche ha provocato un vero e proprio terremoto tra i cocci dell'ex Pdl, tra chi guarda con entusiasmo alle prospettive che si aprirebbero per il centrodestra e chi, invece, teme che l'alleanza nasca proprio per contrastare l'ipotetica leadership di Silvio Berlusconi. Matteo Salvini e Giorgia Meloni, stando alle indiscrezioni, avrebbero programmato di unire i propri due partiti in un simbolo che, oltre ai nomi dei due leader, dovrebbe contenere la dicitura "prima gli italiani", vero e proprio dogma dei sovranisti. D'altronde, da tempo i due partiti viaggiano su binari paralleli sulle principali questioni politiche, dalla sicurezza all'emergenza migranti, dalle ricette economiche alla sfida all'Europa "dei burocrati". Salvini, in particolare, avrebbe deciso di convocare il congresso della Lega a maggio anche per essere legittimato dalla base e avviare un'operazione che rischia di far storcere il naso a qualche "padano" della prima ora. Al di là della convergenza "politica", ve ne sarebbero anche diverse "strategiche". In particolare, un listone sovranista con i sondaggi attuali potrebbe puntare anche al 20% dei consensi. In questo modo si metterebbe alle spalle Forza Italia e sarebbe sicuro di esprimere il leader della coalizione per le prossime politiche. Anche per questo tra gli azzurri c'è chi non guarda con favore all'ipotesi. "Sulla fantomatica alleanza Salvini-Meloni contro Forza Italia, mi sento di dire che spero sia solo un'indiscrezione studiata ad hoc per destabilizzare l'ambiente. Il centrodestra non lotta per battere se stesso, noi vogliamo essere uniti per vincere le elezioni e tornare a occuparci dei gravi problemi del paese irrisolti dalla sinistra" ha commentato severo il senatore di FI Renato Schifani. "Sono certo - ha continuato - che non potrà prevalere la rivalsa personale, tanto da far perdere di vista l'obiettivo principale. Più creiamo divisioni al nostro interno, più rafforziamo gli altri, il concetto è molto semplice. La storia ci insegna che il ruolo di fondatore e collante del centrodestra svolto da Berlusconi ha garantito alla nostra coalizione grandi affermazioni anche in momenti difficili, per cui mai come in questi mesi dovrà prevalere la volontà di coniugare l'unità di progetti e programmi, facendo tesoro degli sforzi e dell'impegno dei vari leader. No a personalismi". Di tutt'altra opinione Giovanni Toti, da mesi impegnato in un paziente lavoro di ricucitura tra Forza Italia e gli alleati di destra: "Com'è noto sono tra i propugnatori estremi di un'unità del centrodestra, della necessità di superare gli attuali schemi, di andare verso un partito dei repubblicani largo, che prenda tutte le sensibilità. L'eventuale lista sovranista credo sia una parte di questo percorso, non può essere tutto lì". "Occorre sedersi intorno a un tavolo - ha continuato il governatore della Liguria - e allargare il più possibile i confini di un centrodestra e dargli un contenitore dove tutti gli italiani della nostra parte politica si riconoscano". In quanto a Salvini e Meloni, la momento non hanno detto una sola parola per smentire l'ipotesi del listone unico. Un atteggiamento che sembra già una mezza conferma.

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