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Chi di fango ferisce, di fango perisce

Gian Marco Chiocci
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Doppia morale, senza risparmio e senza vergogna. Questi politici hanno la faccia come il mulo. Grillini e piddini uguali sono. Chiunque si azzardi a scrivere una riga sul (non) titolo di studio di Luigi Di Maio o sul dilettantismo di Virginia Raggi finisce bollato come servo della Crusca e dei poteri forti, nemico del cambiamento, sicario della mafia politica romana. E però poi arriva questa notizia dal Veneto, dove il responsabile comunicazione locale del Movimento 5 Stelle ha inviato una sorta di “ordine di servizio” ai candidati di Camera e Senato: tirate fuori qualsiasi cosa possa danneggiare i vostri avversari, cioè si legge testualmente, «nefandezze, foto imbarazzanti dichiarazioni e tutto quello che può servire a fare campagna negativa su di loro». Gli inglesi direbbero character assassination, noi più rudemente traduciamo: macchina del fango. Una campagna elettorale fondata non sulle idee ma sull'aggressione mediatica, puntando a disintegrare il nemico con ogni mezzo, lecito o illecito. E ci sorprende che a saltare sulla sedia siano stati molti esponenti del Pd e di Liberi e Uguali, autentici professionisti della materia, cattedratici del depistaggio, cultori dello sputtanamento ad personam. Ci sorprende non perché non abbiano fondamento i loro argomenti, ma perché quanto rimproverano ai 5 Stelle è l'onda lunga della crociata moralista di cui loro stessi sono stati promotori negli ultimi 20 anni. Ha avuto, questa crociata, un obiettivo ideologico: liberare l'Italia da Berlusconi e dal berlusconismo. Anche le polpette avvelenate facevano brodo alla causa: incensare a Bibbia le farneticanti dichiarazioni di pentiti di mafia poi ritenuti inattendibili, rivangare allo stremo vulgate sessuali e romanzi boccacceschi di Arcore di cui era stata già da tempo dimostrata l'infondatezza, dileggiare con profusione di cattivo gusto caratteristiche fisiche o financo adombrare malattie inesistenti. A far da rinforzo a questo esercito dell'infamia una truppa di giornalisti, scrittori, docenti universitari, comici e vignettisti. Un tripudio di articolesse, spettacoli, sit in, libri, film. Quel bastione morale era inaccessibile e autoproclamatosi santuario del verbo autentico, tanto che quando chi scrive ebbe l'ardire di condurre un'inchiesta giornalistica su Gianfranco Fini e la casa di Montecarlo fu accusato fulmineamente di «macchina del fango». Perché loro hanno sempre ragione. Perché i loro sono scoop da premio pulitzer mentre i nostri nient'altro che depistaggi e letamai. Ecco perché, oggi, questo veleno in circolo nelle viscere della Repubblica sta dando il suo esito. Ecco perché fa ribrezzo il nuovo moralismo democratico che ancora pretende di dettare la linea. Il Pd e i media amici del Pd dovrebbero tacere perché rivolgono ai grillini accuse su misura per loro. Berlusconi, grazie a Dio, è vivo e lotta insieme a noi. Ma è morta la politica. «Un bel tacer non fu mai scritto», recita un famoso detto. Ecco, a sinistra,farebbero bene a seguirlo. Zitti, muti, dietro la lavagna. Al cospetto vostro il Movimento cinque stelle è acqua fresca, liscia, gassata, garantista.

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