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Trump snobba il G7 e insiste su dazi e Russia. I leader verso l'accordo sul commercio

Silvia Sfregola
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In volo verso Singapore per prepararsi a un vertice che sarà «un'occasione unica nella storia», convinto che gli basterà un minuto «per capire se Kim fa sul serio». Il presidente Usa, Donald Trump, ha lasciato in anticipo il vertice del G7 in Canada per decollare verso l'isola dell'Indocina, dove martedì si terrà lo storico vertice con il leader nordcoreano Kim Jong un. «Penso sia un'occasione molto importante per le Coree, il Giappone, gli Usa e il mondo», ha detto Trump ai giornalisti prima di lasciare Charlevoix. «Entriamo in un territorio inesplorato, ma mi sento fiducioso. Credo che Kim Jong un voglia fare il meglio per il suo popolo: è un'opportunità unica, non sappiamo se si ripeterà». Il presidente Usa ha ammesso che «nessuno conosce veramente» il leader nordcoreano. «Il minimo risultato sarebbe l'avvio del dialogo», ha riconosciuto. «Conoscersi è il minimo sindacale, il massimo lo sapete», ha aggiunto riferendosi al processo di denuclearizzazione della penisola coreana, «ma ci vorrà un pò di tempo». In ogni caso gli Stati Uniti staranno «in guardia così come la Corea del Sud e il Giappone, molti paesi vogliono vedere cosa accadrà. È un momento molto positivo, non accadeva da anni, andrò in missione per una pace duratura e per prosperità». Lasciando il G7 Trump ha poi ribadito la richiesta di riportare la Russia al tavolo dei big mondiali: «Non parlo con Putin da diverso tempo, ma è stata discussa la questione di riportare la Russia nel G7 e tornare al G8, penso che sarebbe positivo per il mondo e per la Russia». Poi l'affondo sulla Crimea: «Dovete chiedere a Obama perché ha lasciato che accadesse - ha replicato Trump -. Ma è successo molto tempo fa». Anche sul nucleare iraniano, ha assicurato il tycoon, c'è accordo: «Le nazioni del G7 restano impegnate a controllare le ambizioni nucleari dell'Iran». Nessuna marcia indietro invece sui dazi e la guerra commerciale, dopo colloqui che ha comunque definito «estremamente produttivi». Il rapporto con «Justin, Angela, Emmanuel» (il premier canadese Trudeau, la cancelliera tedesca Merkel e il presidente francese Macron ndr) è «al massimo» e alle relazioni «posso dare un 10 come voto», ha assicurato. Tuttavia «le cose non possono andare avanti così, perché i leader del passato negli Usa non hanno fatto un buon lavoro sul commercio. Questo deve cambiare, i dazi devono abbassarsi, non possono continuare a sfruttarci» come un salvadanaio. Trump ha accusato i suoi predecessori alla Casa Bianca - «non solo Obama, vado indietro anche di 50 anni» - e ha affermato che ora non c'è scelta: «Bisogna fare accordi giusti e equi, perché i nostri agricoltori sono stati danneggiati, e anche i nostri operai e le nostre aziende. Ora questa situazione va risolta». «Vogliamo un'area libera da dazi, nessun sussidio e nessuna barriera - ha ribadito infine -: è così che vorrei il mondo, questo è l'obiettivo finale quindi sì, l'ho suggerito e ci stanno pensando». Infine, non è mancato l'abituale attacco ai giornalisti e in particolare alla Cnn: «Siete i soliti, le solite fake news. Siete i peggiori». Attorno alle 12 locali l'aereo presidenziale è decollato dalla base aerea di Bagotville. L'arrivo del presidente Usa a Singapore è previsto per domenica sera. Il summit con Kim si svolgerà martedì mattina.

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