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I grandi del mondo a Soweto per celebrare Mandela

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La stretta di mano tra Barack Obama e Raul Castro

Non manca proprio nessuno. Toccante il discorso del presidente Obama: "Non ci sarà mai più un altro Madiba"

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Quando vedi Barack Obama, Bono degli U2 e Raul Castro, tutti insieme ti viene da pensare di essere all'internazionale socialista più che a un funerale. Mettendo da parte l'ironia, ciò che resterà di questa giornata è l'enorme presenza di partecipanti e la stretta di mano tra il presidente americano e il suo omologo cubano. L'appuntamento è allo stadio Fnb di Soweto, Johannesburg, dove i grandi della terra - politici e celebrità del mondo dello spettacolo - si riuniscono per celebrare la morte dell'ex presidente sudafricano Nelson Mandela. Accanto al presidente americano siedono Bill Clinton e consorte, George W. Bush. Presenti gran parte dei capi di stato e di governo mondiali. Il segretario dell'Onu Ban Ki-Moon e molti altri. Da segnalare nel seggiolino adiacente a quello di Bono, l'avvenente Charlize Theron e Naomi Campbell. Non sono mancati momenti di commozione soprattutto durante l'intervento di Obama, alternati a episodi di contestazione. Apre le danze, con un'ora di ritardo rispetto a quanto sancito dal programma, Jacob Zuma. Il presidente sudafricano, anche lui ex prigioniero politico a Robben Island come Madiba, viene più volte fischiato dalle migliaia di persone che partecipano alla cerimonia. Zuma ha perso popolarità per gli scandali e le accuse di corruzione che lo hanno rincorso nell'ultimo anno. "Troppi leader che celebrano oggi Nelson Mandela, in realtà non tollerano il dissenso dei loro popoli", afferma il presidente statunitense. Ricorda la lezione al mondo lasciata dal leader sudafricano. "Mi ha reso un uomo migliore". E' un discorso appassionato il suo dinanzi ai grandi del mondo, ma anche a leader eversivi come il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe. Obama ripercorre la vita del presidente sudafricano descritto come l'ultimo grande liberatore del ventesimo secolo. "Come Gandhi ha portato avanti un movimento che sembrava avesse poche possibilità di successo, ha dato una voce potente alle rivendicazione degli oppressi e alla necessità morale di una giustizia razziale". "Non vedremo mai un altro come Mandela", prosegue. In ultimo, Obama cita la poesia "Invictus" scritta dall'inglese William Ernest Henley e utilizzata da Mandela per lenire il suo dolore durante la prigionia negli anni dell'apartheid. "Non importa quanto sia stretto il passaggio, quanto piena di castighi la vita: io sono il padrone del mio destino, sono il capitano della mia anima". "E che grande anima era la sua" conclude.

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