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Sacchetti bio a pagamento, cosa chiede l'Europa

Davide Di Santo
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A causa di un errore tipografico, nella pagina pubblicata su Il Tempo di oggi 5 gennaio 2018 sulla questione dei sacchetti biodegradabili a pagamento, la risposta al punto 1 è stata ripetuta nel punto 3. Queste domanda e risposte giuste. DOMANDA 3 Si è detto a più riprese che il divieto di usare i vecchi sacchetti in plastica lo abbia imposto l'Unione Europea. L'Italia, dunque, non poteva fare altro che adeguarsi proprio come hanno fatto altri Stati. E' davvero così? RISPOSTA “Bruxelles, invece, non c'entra proprio nulla con il diktat che dal primo gennaio impone ai consumatori italiani che acquistano frutta e verdura di confezionarla in sacchettini di plastica biodegradabile e compostabile rigorosamente usa e getta e a pagamento. E' stato piuttosto il governo Gentiloni con un emendamento della scorsa estate nel DL Mezzogiorno durante il passaggio al Senato, a imporre un diktat che la direttiva comunitaria non prevedeva assolutamente. Il testo europeo, addirittura, si focalizzava sulle borse in plastica per mettere la spesa e precisava in modo esplicito la possibilità di escludere dalle misure le bustine trasparenti per frutta e verdura. La maggior parte degli stati membri, infatti, si è limitato a vietare le buste per la spesa in plastica tradizionale, solo la Francia ha imboccato la stessa strada dell'Italia”.

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