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È morto il bimbo lanciato dalla finestra per l'incendio. "Casa non a norma"

Davide Di Santo
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Tragedia di Casella, nell'entroterra di Genova: la mamma del piccolo Giuseppe ha dato l'autorizzazione all'espianto degli organi ieri a tarda sera dopo l'avvio delle procedure per l'accertamento della morte cerebrale del bimbo. Lo rende noto la direzione sanitaria dell'ospedale Gaslini di Genova, dove il piccolo era ricoverato. Non ce l'ha fatta il bambino, otto anni, rimasto vittima in un tentativo di fuga dall'incendio domestico avvenuto nella notte tra venerdì e sabato che era divampato nell'abitazione di famiglia, nel borgo della Vallescrivia. Madre, padre e figlio erano rimasti bloccati da un incendio nel loro appartamento al secondo piano di uno stabile invaso dal fumo e dalle fiamme; in un disperato tentativo di salvarsi e mettere il bambino al sicuro la coppia ha tentato la fuga attraverso una finestra, lanciandosi nel vuoto da un'altezza di 5 metri per sfuggire al rogo. Il piccolo aveva riportato ferite gravissime ed era ricoverato all'ospedale pediatrico Gaslini dove ieri, in tarda serata, erano state avviate le procedure per dichiarare la morte cerebrale, in assenza di parametri vitali. La mamma ha dato il consenso alla donazione dall'ospedale Villa Scassi di Sampierdarena, dov'è ricoverata da ieri per le ferite riportate nella caduta. Anche il marito si trova in gravi condizioni, in rianimazione all'ospedale Galliera di Genova. Sul fronte delle indagini per capire la natura dell'incendio, gli zii del bambino morto hanno dichiarato che la casa non era a norma. I fratelli di Vincenza Sansone sostengono come ha riferito Il Secolo XIX, che un geometra chiamato dal marito della donna aveva redatto una perizia e che per questo la famiglia Fraietta aveva deciso di cambiare casa: "Sarebbe stata questione di settimane" hanno affermato.

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