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Papa Francesco incontra i leader Ue: "Europa non sia solo insieme di regole"

Silvia Sfregola
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"L'Europa non è solo un insieme di protocolli da seguire e di regole da rispettare, ma un modo di concepire l'uomo a partire dalla sua dignità". Un invito a ritrovare gli ideali fondativi dell'Unione, senza ridurli "alle necessità produttive, economiche e finanziarie", e a riscoprire la solidarietà tra i popoli e le persone, "unico antidoto ai nuovi populismi". È quello rivolto ai leader dei 27 Stati membri dell'Unione Europea da papa Francesco, nel corso dell'udienza di oggi in Vaticano, in occasione dell'anniversario dei 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma. Ad ascoltare le parole del Pontefice, nella Sala regia di Palazzo apostolico, i capi di Stato e di governo e le loro delegazioni. Presenti anche i vertici delle istituzioni comunitarie: Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, e Jean-Claude Junker, presidente della Commissione europea. "Tornare a Roma 60 anni dopo non puo essere solo un viaggio nei ricordi, ma il desiderio di riscoprire la memoria vivente di quell'evento per capirne la portata nel presente", ha detto il papa, esortando a "immedesimarsi nelle sfide di allora, per affrontare quelle di oggi e del domani". Il rimando è ai padri fondatori, "che hanno dato vita con la loro firma sui trattati alla realtà politica, economica, ma soprattutto umana che oggi chiamiamo Unione Europa. Si trattava del benessere dei nostri popoli, dell'espansione delle economia, del progresso sociale e delle possibilità industriali, ma soprattutto di una concezione della vita - ha sottolineato il Pontefice -. Dopo gli anni bui della guerra, i leader del tempo hanno avuto fede nella possibilità di un avvenire migliore. Hanno avuto il coraggio di dimenticare le vecchie contese, e pensare ed agire in modo nuovo". Il Santo Padre ha quindi affrontato i temi più caldi nell'agenda dei leader Ue. La crisi dei migranti, "una lunga colonna di uomini, donne e bambini in fuga dalla guerra", che "non si può gestire come problema numerico, economico o di sicurezza. Pone una domanda più profonda, culturale. Quale cultura propone l'Europa oggi?" si è chiesto papa Francesco. E poi lavoro e famiglia, le prospettive per i giovani. "L'Europa ritrova speranza quando difende la vita e la famiglia, e offre ai giovani la possibilità di avere figli senza paura di non poterli mantenere", ha avvertito. "L'Unione Europea a 60 anni è chiamata a curare gli acciacchi che vengono con l'età", ha quindi aggiunto, "eppure non ha davanti a sè una inevitabile vecchiaia, ma la possibilità di una nuova giovinezza. Il suo successo dipende dalla volontà di lavorare ancora una volta insieme. L'Europa merita di essere costruita", ha concluso il Pontefice.

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