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Ecco le cene di Buzzi con i Casamonica

Il ras delle coop: "Luciano è simpaticissimo" Carminati "mediò" per un legale minacciato

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«Se dovevamo fa' una festa Luciano lo chiamavano sempre perché è simpaticissimo». Un commensale immancabile, un mediatore culturale, un garante dell'ordine, l'uomo a cui rivolgersi se c'erano problemi con il clan. Era tutto questo Luciano Casamonica per Massimo Carminati e Salvatore Buzzi. Il nipote di Vittorio Casamonica, i cui funerali in stile «Padrino» continuano a far discutere, rappresentava il «trait d'union» tra l'organizzazione Mafia Capitale e il noto gruppo familiare attivo nel sud-est di Roma nei settori del narcotraffico, dell'usura e del riciclaggio. Anche se non risulta indagato nell'inchiesta (come ci ha assicurato il suo legale), è accertato che Luciano forniva un prezioso supporto agli abitanti del «Mondo di mezzo». Il gip Flavia Costantini parla di una «capacità di interlocuzione espressa dal sodalizio diretto da Carminati nei confronti del gruppo Casamonica. In particolare, grazie all'opera prestata da Luciano Casamonica, legato da vincoli parentali ai referenti dell'omonimo clan Guerino e Giuseppe».   Il 27 novembre 2012 Buzzi spiega al dirigente comunale Angelo Scozzavafa che per risolvere alcuni problemi con i capi del campo nomadi di Castel Romano (in cui la cooperativa 29 Giugno gestiva un appalto) «m'ero portato Casamonica Luciano». Scozzava: «Ah, va be...Lucianino... ok...Lucianino è un grande mediatore». Dopo l'elezione a sindaco di Marino, gli ospiti del campo sulla Pontina avevano organizzato una serie di proteste, degenerate in atti vandalici. Buzzi, preoccupato, il 20 giugno 2013 riferisce ai suoi collaboratori che, nonostante il vice comandante dei vigili Antonio Di Maggio stesse monitorando la situazione, era sua intenzione interessare Luciano Casamonica per affidargli la vigilanza del campo, a fronte di un compenso di mille euro al giorno. Lo ha confermato ai pm Buzzi, in uno dei recenti interrogatori dal carcere di Nuoro: «Quando cominciano i primi furti, noi ci rivolgiamo al servizio sicurezza, ci chiesero uno sproposito, insomma un sacco de soldi, allora io me ricordai che c'avevamo Luciano Casamonica, il nostro amico, il nostro...nomade». Dice che «ha ucciso una persona a pugni, ma tanti anni fa». Aggiunge che «gli dissi: "Lucià ma ce la fai la guardiania qui", lui ce la fece e noi gli abbiamo dato 20 mila euro». «Era nato un rapporto d'amicizia – spiega Buzzi – tant'è vero che la famosa cena de Alemanno invitiamo Casamonica...la famosa foto...poi Gaglianone alla fine fece una cena pure qui per festeggiare la fine dei lavori, pure lì venne Luciano, se dovevamo fa una festa Luciano lo chiamavano sempre perché è simpaticissimo». Il riferimento è alla cena elettorale del 7 giugno 2013 al centro di accoglienza «Baobab», che ritrae Alemanno in compagnia di Luciano Casamonica; al tavolo a fianco c'erano Buzzi, il ministro Giuliano Poletti, il deputato Pd Umberto Marroni, l'ex ad di Ama Franco Panzironi e l'ex assessore alla Casa Daniele Ozzimo. I carabinieri del Ros registrano anche una cena a Sacrofano tra Carminati e Luciano. «Una conferma della relazione tra Carminati e il clan Casamonica – si legge nell'ordinanza di arresto del gip – emerge dal contenuto di una conversazione intercettata il 27 marzo 2014 presso il distributore Eni di corso Francia». L'avvocato Alessandro Cacciotti «chiede la intercessione di Carminati in favore di una sua collega oggetto di minacce da parte di esponenti di quel clan». La risposta del «Cecato» è rassicurante: «Mi informo domani...io conosco bene Luciano (...) lì Casamonica non è in giro, capito come? cento famiglie, uno più stronzo de n'altro....tu prendi sei e poi si spostano».

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