tutti in piedi

Euro 2020, gli azzurri non si inginocchiano contro il razzismo. Italia-Austria, giocatori liberi di decidere

Wembley si colora d'azzurro. Una Londra blindata ha accolto Italia e Austria per la partita valida per gli ottavi di finale di Euro 2020, ma allo stadio è stata grande festa. Controlli capillari agli ingressi nel Paese nei vari aeroporti, ma a discapito dell'aumento esponenziale dei contagi da variante Delta, per le strade tantissime sono le persone in giro senza la mascherina.

Nei pressi dello stadio di Wembley sin dalla mattina sono iniziate le operazioni di organizzazione per accogliere in sicurezza i 22.500 tifosi (sold out per la capienza concessa del 25%), di cui inizialmente è stato comunicato che solo 1200 dovevano essere sicuramente italiani.

  

In realtà già dal pomeriggio, con l'inizio dell'afflusso allo stadio tra ingenti misure di sicurezza (isolata di fatto l'area intorno a Wembley), si è capito che grazie alla nostra massiccia comunità nel Regno Unito, il colore predominante sarebbe stato proprio l'azzurro. Di fatto l'Italia ha giocato in casa, come all'Olimpico. Tantissimi i nostri connazionali vestito con la maglia della nazionale e avvolti dal tricolore hanno fatto sentire la loro voce, prima davanti all'albergo dove alloggiava la squadra e poi allo stadio. Alla partenza del pullman con i ragazzi di Mancini i tifosi presenti all'esterno hanno intonato l'Inno di Mameli ottenendo il saluto del presidente federale Gravina.

Un autentico boato ha accolto poi l'ingresso in campo delle due squadre, il tutto dopo una spettacolare cerimonia sulle note della canzone ufficiale di Euro 2020. Compare anche uno striscione "Notti magiche" e quasi tutto lo stadio ha cantato l'Inno di Mameli per una atmosfera da brividi.

C'era grande attesa sulla decisione dei giocatori italiani e austriaci se inginocchiarsi o meno in supporto al movimento "Black Lives Matter". Ebbene, le due squadre sono rimaste in piedi. In particolare nel gruppo azzurro è prevalsa la linea del non inginocchiarsi, come era avvenuto nelle prime die gare contro Turchia e Svizzera.

Contro il Galles in cinque (Belotti, Bernardeschi, Emerson Palmieri, Toloi e Pessina) si erano invece uniti ai giocatori gallesi nel gesti simbolico ormai noto in tutto il mondo. "Non c'è stata nessuna richiesta, quando capiterà e ci sarà la richiesta dell'altra squadra, ci inginocchieremo per sentimento di solidarietà e sensibilità", ha dichiarato prima della partita il capitano Giorgio Chiellini. "Cercheremo sicuramente di combattere il razzismo in altro modo, con delle iniziative insieme alla Federazione nei prossimi mesi", ha aggiunto il centrale azzurro oggi ancora fermo ai box. "Non c'è nessuna imposizione, i giocatori sono liberi di scegliere", aveva spiegato il presidente federale Gravina nelle scorse settimane. Lo stesso ct Mancini ieri aveva detto di essere sempre per "la libertà" di decidere in un senso o nell'altro.