Casapound oggi compie 22 anni di occupazione: "Ora iter per regolarizzazione"
CasaPound compie 22 anni e, all'indomani delle polemiche nate dal recente sgombero, a Torino, di Askatasuna, il nome del primo, e unico, centro sociale di destra è tornato al centro del dibattito politico con un inseguirsi di voci, sia dal Governo che dall'opposizione, che chiedono la liberazione dello stabile occupato il 26 dicembre 2003 in via Napoleone III 8, al centro del quartiere più multietnico della Capitale. Nei giorni scorsi, dalle colonne di Libero, il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha detto che CasaPound ''è tra le priorità per quanto riguarda la lista degli immobili da sgomberare'', tuttavia il movimento capitanato da Gianluca Iannone parla di un "paradosso". "Le occupazioni in Italia sono circa 200 e una sola non è di sinistra o occupata da immigrati: la nostra - dice all'Adnkronos il portavoce nazionale Luca Marsella - Lo sgombero del Leoncavallo è stata una farsa. A loro verrà assegnato un nuovo locale, mentre lo stesso Askatasuna, accusato di aver assaltato i cantieri Tav e la redazione del quotidiano la Stampa solo poche settimane fa, aveva un patto col comune". ''Esistiamo da oltre 20 anni e non abbiamo mai avuto favori da nessuno - rivendica Marsella - Ci sono differenze sostanziali tra noi e gli altri. CasaPound dà casa a 20 famiglie di italiani, abbiamo fatto decine e decine di distribuzioni alimentari, senza contare le centinaia di conferenze realizzate nel palazzo con scrittori, giornalisti e intellettuali anche molto distanti ideologicamente da noi. Siamo un luogo di confronto da sempre. Non come fanno gli altri che stivano gli immigrati nelle strutture. Vogliono sgomberarci perché non siamo allineati e non portiamo voti alla sinistra progressista''. D'altra parte, aggiunge il portavoce di Cpi, ''se ci paragonano agli altri centri sociali pretendiamo che ci venga dato lo stesso trattamento. Non lo sgombero, quindi, ma l'avvio di un iter verso la regolarizzazione della struttura. Come è stato qualche anno fa con l'occupazione del Porto Fluviale, in zona ostiense, a Roma, comprato coi milioni di euro del Pnrr e successivamente assegnato agli occupanti. E non soltanto alle famiglie, ma anche alle associazioni che avevano sede nella struttura. Oppure, per citare un altro caso, come si è proceduto per l'exOPG Materdei a Napoli. Se il Governo invece vorrà procedere con lo sgombero dimostrerà solo di essere succube culturalmente e politicamente della sinistra''.
Marsella spiega anche che è stata mandata una lettera al Demanio "per trovare una soluzione sulla questione abitativa. Il danno erariale viene identificato in quattro milioni di euro, ma è una cifra decisamente ingigantita. Non tiene conto della manutenzione che le famiglie hanno effettuato in un palazzo che altrimenti sarebbe stato abbandonato. Ricordo che in Italia, peraltro, gli stabili di proprietà dello Stato abbandonati e in condizioni degradate sono migliaia. Aggiungo di più. La provvisionale che il giudice ha richiesto nel processo penale per l'occupazione è stata di appena 20mila euro. Il conteggio esatto è stato rimandato al giudice civile, ma la cifra sarà a questo punto decisamente più bassa rispetto alle somme di cui parla chi vuole sgomberarci''. ''CasaPound non è riconosciuta dalla sinistra come luogo di cultura, perché non è un loro luogo di cultura - aggiunge il portavoce del movimento - Ma abbiamo avuto ospiti personalità di tutti i generi, da Enrico Mentana a Corrado Formigli, da Nicola Porro a Paola Concia, Mughini, l'ex brigatista Valerio Morucci, Pietrangelo Buttafuoco, Ilaria Cucchi, Stefania Craxi, Giulio Tremonti, solo per fare qualche nome. A CasaPound c'è un confronto libero che continua nonostante l'aridità del dibattito culturale attuale. Oggi nessuno vuole più dialogare sulle idee e sui concetti, mentre noi continuiamo a farlo''. Quanto a Fratoianni, Bonelli e Schlein che in Parlamento, poco prima di Natale, hanno richiesto lo scioglimento del movimento, Marsella ribatte: ''Esistiamo da 22 anni e non c'è mai stata un'indagine a nostro carico per sciogliere il movimento. E lo sa perché? Perché facciamo politica alla luce del sole. Siamo padri, madri e lavoratori che vogliono dire la loro senza che la mafia antifascista ci imponga cosa è giusto e cosa è sbagliato. Non decidono il Pd o Fratoianni chi può parlare e chi no". D'altra parte, "festeggiamo oggi il 22esimo anno di esistenza nel palazzo - evidenzia ancora Marsella - e CasaPound è più viva che mai. Il 7 gennaio ci sarà qui a Roma il terzo consiglio nazionale che vedrà confrontarsi tutti i quadri del movimento. Un appuntamento che vuole tracciare la linea politica per l'anno venturo. Siamo parte di un comitato che porta avanti la proposta di legge della Remigrazione e a febbraio avvieremo una raccolta firme per portarla in Parlamento. Sarà una battaglia decisiva nella quale coinvolgere tutti gli italiani che non vogliono vivere nel degrado. I veri problemi riguardano la gestione disastrosa dell'immigrazione, a cui neanche questo Governo ha saputo porre un freno. Stiamo scendendo in piazza in tutta Italia e nei prossimi mesi ci saranno altre manifestazioni. Manifestazioni di piazza dove l'unica bandiera che sventolerà sarà il tricolore''.
Dai blog
Generazione AI: tra i giovani italiani ChatGPT sorpassa TikTok e Instagram
A Sanremo Conti scommette sui giovani: chi c'è nel cast
Lazio, due squilli nel deserto