
Scandalo disabili a Roma. Lo sportello del Comune è un percorso a ostacoli

Discriminazioni, violazioni delle leggi e cambi di sede fallimentari. Si racchiudono in questi termini le denunce che arrivano dalle famiglie con persone disabili che vivono nel Municipio II. Un malcontento che affonda le radici nel trasferimento dei Servizi sociali per le persone con disabilità della seconda ex circoscrizione (Salario e Parioli) presso la sede di via Goito, nel Municipio I, a due passi dalla stazione Termini, già utenza del Municipio III (Piazza Bologna e San Lorenzo). Il centro adiacente allo snodo ferroviario presenta non pochi ostacoli per un servizio dedicato a disabili motori, sensoriali e anziani: in primo piano la presenza di barriere architettoniche all’ingresso dell’edificio, sprovvisto di un portiere in grado di assistere in caso di necessità. L’ascensore non è a norma: troppo piccolo per poter contenere una carrozzina.
«Prima la stanza destinata agli utenti era, perlomeno, situata al piano terra. Ora è stata trasferita al primo piano, accessibile solo attraverso un intricato labirinto di corridoi», afferma Carla Patrizi, già presidente della Consulta disabili del Municipio II. In più, la situazione è aggravata dal dissesto del manto stradale adiacente al palazzo: sanpietrini sconnessi e buche ostacolano carrozzine e deambulatori, costringendo talvolta i passanti a intervenire per evitare incidenti. La mancanza di servizi di trasporto ha spinto alcuni utenti a fare affidamento sulla Croce Rossa per tornare a casa, come conferma Patrizi. «Prima dell’accorpamento dei servizi relativi alle due aree – ricorda l’ex presidente della consulta - le utenze di zona Salario e Parioli erano collocate in via Dire Daua 11 ed erano destinate al trasferimento in via Tripoli 136, entrambe zone ben collegate e provviste di assistenze a norma, tra cui parcheggi interrati, ascensori spaziosi e accessibilità totale dalla strada».
Afferma inoltre Roberta Sibaud, già vicepresidente della consulta, che «all’epoca dell’accorpamento noi del Municipio III eravamo fiduciosi, in vista di un trasferimento in via Tripoli, invece siamo rimasti nella stessa struttura, priva dell’assistenza necessaria e perfino di parcheggi dove poter lasciare il veicolo». Oltre ai problemi strutturali, prima del periodo natalizio i cittadini hanno ricevuto un messaggio WhatsApp da un operatore che annunciava la sospensione dei servizi di assistenza fino a marzo. Interrotti anche i laboratori e i progetti destinati agli utenti.
«Questo significa che famiglie che si occupano di anziani sopra i 65-70 anni non ricevono alcun tipo di supporto. Si tratta di una violazione della legge 328», ha denunciato ancora Patrizi. Lo scorso lunedì, 13 gennaio, un gruppo di utenti ha voluto incontrare l’assessore alle politiche sociali del Municipio II, Gianluca Bogino, il quale avrebbe attribuito il problema alla mancanza di personale da parte delle cooperative. «Sono una cittadina che paga le tasse - storce il naso Patrizi - la disabilità costa e non è possibile che gli operatori si misurino ancora con stipendi inadeguati al lavoro che svolgono. È naturale che preferiscano lavorare nelle scuole».
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