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Disastro sanità, Lazio la Regione più indebitata. Il profondo rosso di Zingaretti

Antonio Sbraga
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I peggiori anni della sanità laziale hanno visto accumulare nel decennio scorso i più alti disavanzi tra le Regioni ordinarie (più di un miliardo e mezzo), oltre alla terza più costosa rinuncia alle risorse statali: 2 miliardi e 200 milioni in favore delle altre Regioni per i rimborsi delle prestazioni rese ai pazienti laziali. Questo binomio di bilanci passivi più mobilità passiva è stato talmente letale nel decennio 2013-2022 che ha finito per debilitare un servizio sanitario regionale reduce dalle cure di 12 anni di commissariamento (2008-2020) ma non ancora dal Piano di Rientro. Perché, dopo aver accumulato un miliardo e 539 milioni di disavanzi dal 2013 al 2017, poi era finalmente ricomparso il segno positivo dal 2018 al 2021, con un avanzo complessivo di 199 milioni, fino al colpo di coda negativo dell’ultimo bilancio della Giunta Zingaretti (-222 milioni).

Ossia il rosso più profondo nel 2022 delle Regioni ordinarie, che «presenta taluni dati concentrati nel Lazio e nella Puglia che vanno a costituire il grosso del disavanzo», ha scritto la Corte dei Conti nella sua nuova "Relazione al Parlamento sulla gestione dei servizi sanitari regionali". Tant’è che è proprio il Lazio ad aver fatto registrare, sempre nel 2022, la spesa sanitaria pro-capite più bassa d’Italia, fino a mille euro in meno delle Regioni con più budget: «In valore assoluto pro capite, nel 2022 la spesa più alta si registra nelle Regioni a statuto speciale Valle d’Aosta (1.198 euro) e Trentino-Alto Adige (1.115 euro), quella più bassa nel Lazio (150 euro)». Sarà anche per questo motivo che i residenti laziali nell’ultimo decennio hanno sconfinato per farsi curare, con la Regione finita sul podio delle risorse perdute a causa dei rimborsi dovuti per le prestazioni rese ai suoi pendolari della salute: «Nell’analisi del fenomeno della mobilità sanitaria interregionale le Regioni "meno attrattive" sono, a eccezione del Molise, quelle in piano di rientro (Abruzzo, Puglia, Sicilia, Lazio, Calabria, Campania)», sottolineano i magistrati contabili. Che così quantificano le cifre «nell’arco di un decennio: la Lombardia si è trovata a disporre di risorse aggiuntive per 5,6 miliardi, l’Emilia-Romagna per 3,4, il Veneto per 1,3 e la Toscana per 1, il Molise per 282 milioni. Sul fronte opposto la Campania ha perduto risorse per 2,7 miliardi, la Calabria per 2,4, il Lazio per 2,2».

Per quanto riguarda i procedimenti sui conti delle singole aziende, invece, martedì prossimo toccherà all’Asl Roma 5 presentarsi davanti alla «Sezione Regionale di controllo per il Lazio in adunanza pubblica in merito alle relazioni di deferimento nell’ambito del controllo sugli equilibri di bilancio». Il mese scorso si sono aperte quelle sull’Umberto I e l’Asl Roma 2. Per la Roma 2 la «sommatoria degli importi cui ha accennato il magistrato relatore nella propria richiesta di deferimento», scrive l’Asl, ha «un importo complessivo di 663.633.641 euro». Per questi motivi l’Asl ha incaricato tre consulenti esterni, con parcelle per oltre 155 mila euro.

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