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Madonna di Trevignano, anatema dei vescovi contro i raduni: non fa miracoli

Massimiliano Conti
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 Il caso è chiuso: «Constat de non supernalitate». Non c’è nulla di soprannaturale o di miracoloso nelle apparizioni mariane di Trevignano Romano. La doccia gelata, per chi avrebbe voluto vedere il paese sul lago di Bracciano trasformato in una piccola Lourdes, è arrivata con il verdetto della commissione incaricata dalla diocesi di Civita Castellana di indagare sugli eventi che hanno visto protagonista Maria Giuseppa Scarpulla, la veggente più nota con il nome di Gisella Cardia.

Il «decreto Trevignano» è stato firmato ieri dal vescovo Marco Salvi e di fatto rappresenta anche una sconfessione dell’operato del suo predecessore, Romano Rossi, che fu immortalato a suo tempo mentre benediva la statua della Madonna a fianco della stessa veggente. La commissione diocesana composta da un mariologo, un teologo, un canonista, uno psicologo con la consulenza esterna di alcuni specialisti - ha stabilito che il titolo di «Madonna di Trevignano»non ha alcun valore ecclesiale, e lo ha fatto «dopo un congruo periodo di attento discernimento, ascoltate le testimonianze provenienti dal territorio». Monsignor Salvi impone pertanto alla sedicente veggente e al marito Gianni «il rispetto e l’adesione alle decisioni del vescovo diocesano». Gisella e il marito Gianni Cardia dovranno in pratica «astenersi dall’organizzare o partecipare a incontri privati o pubblici che diano per certa e indubitabile la verità sovrannaturale degli eventi di Trevignano».

Niente più raduni sulla collina di via Campo delle Rose, quella con vista sul lago di Bracciano, che ha ospitato in questi anni - ogni 3 del mese - delle piccole Woodstock mariane, con tanto di dirette streaming, perché anche i miracoli si adeguano allo spirito tecnologico dei tempi. Raduni peraltro abusivi, dal momento che i permessi Gisella Cardia non li ha mai avuti. Di seguaci, invece, la veggente di Trevignano ne ha avuti e pure tanti, da ogni parte d’Italia e di ogni strato sociale, tra i quali anche nomi noti, come quello di Maria Grazia Cucinotta. Anche l’attrice siciliana era «apparsa» nel novembre 2021, con sneakers ai piedi e ombrello a cupola, sulla «collina dei miracoli» in compagnia della veggente.

La storia della Madonna di Campo delle Rose inizia nel nel 2016 quando Gisella Cardia riferisce di presunte apparizioni della Beata Maria, di Gesù e del Padre, in concomitanza con delle presunte lacrimazioni di sangue attribuite ad una statua della Beata Vergine Maria. Col tempo il «culto» si amplia, la Cardia guadagna fedeli e anche un’ospitata nel salotto televisivo di Bruno Vespa, dove provoca però una sfuriata del conduttore per aver accostato sacrilegamente Trevignano a Lourdes. Ma la Cardia ottiene anche credito del vescovo Romano Rossi. Un video immortala infatti il prelato accanto alla veggente mentre benedice la statua lacrimante (o presunta tale).

Lo strascico di polemiche è inevitabile tanto che la diocesi, già guidata da Salvi,è costretta a metterci una toppa: «Le ricostruzioni giornalistiche appaiono palesemente parziali e decontestualizzate. Tutto questo concorre a gettare ombre e sospetti sulla persona e conduce a conclusioni errate circa possibili responsabilità del presule nella vicenda di Trevignano Romano». Fatto sta che nell’aprile 2023 Salvi decide di disporre un’indagine accurata sui fatti. Istituisce una commissione apposita e, nel frattempo, chiede alla Procura della Repubblica di Civitavecchia l’accesso agli atti riguardanti le analisi eseguite dai carabinieri sulla natura delle lacrime di sangue della statua della Madonna. Richiesta che gli veniva tuttavia negata per due volte dal procuratore capo. Alla Cardia – che si dice capace di moltiplicare pizza e gnocchi là dove nostro Signore si accontentava più sommessamente di pani e pesci - ii vescovo di Civita Castellana chiede invece di sottoporsi ad una perizia psichiatrica affidata ad un team di cinque periti, guidati dal professor Fabrizio Iecher. Il resto è storia di ieri. 

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