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Roma a mano armata, troppe pistole in circolazione: "Serve una verifica"

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Maria Elena Marsico
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Raffica di proiettili in strada, due omicidi, due feriti gravi in poco più di 48 ore. Torna la percezione dell’insicurezza nella Capitale, divida tra bande e un criminalità senza scrupoli. Rapida la risposta del prefetto Lamberto Giannini che già all’indomani del primo agguato nella notte di sabato scorso nel parcheggio della metro C alla stazione di Pantano, ha convocato un Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza che si è tenuto ieri a Palazzo Valentini, alla presenza del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri e di quello di Monte Compatri, Francesco Ferri. «I due omicidi - avvenuti a Pantano e Corviale con raffiche di 15 colpi di pistola, ndr- non sono legati tra loro», ha rassicurato subito il prefetto al termine della riunione, sottolineando quanto sia necessario «esercitare con forza la pressione sul territorio». Il riferimento va alle operazioni di controllo che devono essere accompagnate anche da processi di rigenerazione, proprio perché le persone perbene vogliono «riaffermare i proprio diritti».

 

Partendo proprio dall’omicidio di Cristiano Molè, 33 anni, avvenuto a Corviale lo scorso lunedì, il sindaco Gualtieri, ha fatto sapere che in quel territorio verrà rafforzata la presenza dello Stato come «prevenzione e contrasto dell’illegalità». Si tratta di una di quelle zone dove è in corso uno dei progetti di rigenerazione urbana del Pnrr, una realtà in cui «le forze sane sono la maggioranza». Ma Roma è una città che deve fare i conti anche con il problema dello spaccio di droga, con «le organizzazioni criminali che vivono intorno a questo mercato illegale», ha sottolineato il sindaco. E non bisogna neppure sottovalutare il mercato illegale delle armi che «sicuramente c’è», come ha spiegato il prefetto. Secondo i dati forniti dalla questura di Roma, nel 2022 sono stati rilasciati 2.663 porto d’armi per difesa personale a cui si aggiungono 3.841 porto fucile uso sportivo e 7.331 autorizzazioni uso caccia. Armi legali ma che secondo gli investigatori finiscono comunque sul mercato illegale quando vengono rubate dalle abitazioni di chi le detiene. «Rispetto al passato - dice il prefetto - sono dati in calo.

Non parlerei di stretta o apertura» al rilascio dei porto d’armi, «ma parlerei di attento vaglio delle necessità» di chi richiede il permesso di detenere un’arma e «anche di una particolare attenzione a verificare le condizioni di tenuta di queste armi» e il rispetto «delle misure di sicurezza prudenziali che vengono richieste». Quanto alle periferie, il prefetto non parla di «fibrillazione», ma «di necessità di massima attenzione su tutto il territorio».

Nel corso del comitato è stato poi fatto il punto anche sulla situazione a Montecompatri, con la presenza del sindaco Francesco Ferri, alla luce dell’omicidio di Alexandru Ivan, 14 anni, avvenuto lo scorso sabato. Diverse le necessità presentate durante la riunione: tra queste, il finanziamento di un sistema di videosorveglianza adeguato e un controllo sui varchi e le strade di accesso come via Casilina e Prenestina. Ferri ha poi parlato della presenza dello Stato, «dopo il clamore devono seguire interventi tangibili e continuativi per dimostrare che è vicino ai cittadini». Il sindaco ha chiesto anche di poter riattivare il progetto «Strade sicure», con la sorveglianza da parte dei militari nelle stazioni metro. 

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