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Roma, gli ospedali vanno ko per l'influenza: le situazioni critiche

Antonio Sbraga
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Con la prima ondata dell'influenza torna il sovraffollamento nei Pronto Soccorso del Lazio. Nei quali alle ore 9 di ieri già si contavano quasi mille pazienti in attesa di ricovero o trasferimento: 959 su un totale di 2018 in trattamento. Ossia quasi la metà delle persone presenti nelle astanterie in attesa di un posto letto: il 47,5%. Poi, con il passare delle ore, il numero dei pazienti in attesa del ricovero è calato: alle 17 erano 808 in stand-by (su un totale di 2.451). Ma le situazioni più sovraffollate si sono registrate al Gemelli (fino a 91 pazienti in attesa del trasferimento in reparto su 136 presenti nel Ps), San Camillo (72 su 93), Sant’Andrea (66 su 100), al Casilino (47 su 90) e Umberto I (46 su 134). Numeri “influenzati” dal virus stagionale, il cui picco, però, è previsto fra dicembre e gennaio. Anche se in questi giorni è arrivata una prima fiammata, con “il livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali sopra la soglia basale (3,99 casi per mille assistiti)”, avverte il bollettino Influnet dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Nel quale il Lazio risulta la seconda Regione dopo la Lombardia per numero di casi, ma con un’incidenza settimanale di 4,81 casi per mille abitanti. Però «l’incidenza osservata in alcune Regioni è fortemente influenzata dal ristretto numero di medici e pediatri che hanno inviato, al momento, i loro dati», avverte l’Iss. Che, nel Lazio, indica la fascia fino a 4 anni come la più colpita, con un’incidenza del 10,13.

 

 

Intanto prosegue la fuga dei medici dai Pronto Soccorso di tutta la penisola, con una spedizione dei mille fuori dalle astanterie: «Le fuoriuscite negli ultimi 12 mesi sono 1.033, di cui il 70% dimessi, pensionati, passati a medicina generale o al privato, e il 30% trasferiti ad altro reparto ospedaliero. I nuovi ingressi degli ultimi 12 mesi sono 567. Ne consegue che il bilancio tra fuoriusciti e nuovi ingressi è negativo per il 45%, per cui solo il 55% viene sostituito. Continua, purtroppo, il trend di abbandono», commenta Beniamino Susi, vice presidente della Società italiana della medicina di emergenza-urgenza (Simeu). E così continua il ricorso al noleggio dei medici esterni, affittati a gettoni orari dalle società private: nel 28% dei Ps sono presenti cooperative che forniscono in media 60 turni al mese (di cui Nord: 47%, Centro: 19%, Sud: 10%), quantifica la Simeu.

 

 

Nel Lazio la metà delle Asl, 5 su 10, ha deliberato appalti annuali negli ultimi 6 mesi che andranno avanti per gran parte del 2024 con una spesa complessiva di 8 milioni e 424mila euro. Si tratta delle Asl Roma 3 e 5, Viterbo, Latina e Frosinone. L’Asl Roma 6 ha appena designato i componenti della commissione esaminatrice del concorso per 152 medici che porterà, oltre ai 35 camici bianchi nei 4 Ps dell’azienda dei Castelli, anche altri 10 nei Ps dell’Asl Roma 1, 12 della Roma 3,15 della Roma 4, 29 della Roma 5, 4 al policlinico Tor Vergata, 5 al Sant’Andrea, 10 all’Ares 118, 10 all’Asl Viterbo, 10 a Latina e 12 a Frosinone.

 

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