crisi energetica

Roma taglia due gradi di riscaldamento. Pronta l’ordinanza di Gualtieri

Pier Paolo Filippi

Dalla pandemia all’austerity nel giro di pochi giorni e i cittadini romani, come tutti gli italiani, si preparano a stringere la cinghia per rispondere ai rincari dei prezzi dell’energia esplosi dopo l’invasione russa in Ucraina. Tanti i problemi da affrontare, dal caro carburanti che sta salassando aziende come Atac e Ama alle bollette di luce e gas per continuare con i prezzi dei prodotti alimentari, specialmente i derivati del grano. Ma il primo provvedimento, nella Capitale, riguarderà una stretta sull’utilizzo dei riscaldamenti.

 

  

Ieri in Campidoglio il sindaco Gualtieri ha convocato una prima riunione tecnica con gli assessori al Bilancio, all’Ambiente e alle Infrastrutture Silvia Scozzese, Sabrina Alfonsi e Ornella Segnalini, l’amministratore delegato di Acea Giuseppe Gola e le strutture tecniche capitoline. Gli interventi saranno varati nei prossimi giorni, a partire da un’ordinanza del sindaco che disporrà la riduzione di circa due gradi la temperatura degli impianti di riscaldamento negli edifici pubblici e privati, attualmente fissata in 20 gradi con una tolleranza di 2 gradi. Possibile anche l’anticipo di una o due settimane dello spegnimento del riscaldamento degli edifici, che attualmente è fissato al 15 aprile. Per questo, però, bisognerà anche valutare la situazione del meteo e delle temperature dal momento che il provvedimento interesserà anche scuole, case di riposo e altre strutture frequentate da utenti che vanno protetti.

 

«Si tratta di un provvedimento certamente utile, che farà risparmiare parecchi milioni di euro - commenta Rossana De Angelis, presidente di Anaci Roma, l’associazione degli amministratori di condominio - Inoltre, darà più forza a noi amministratori nel far accettare dai condomini, anche dai più freddolosi, l’abbassamento dei termosifoni». Destinato anche agli edifici privati, qualche perplessità sull’efficacia è destata dalla praticamente totale assenza di controlli. «Mi viene da ridere se penso a come controllare centinaia di migliaia di abitazioni singole - spiega De Angelis - C’è da appellarsi al buonsenso dei cittadini».

 

In questo senso, il Campidoglio avvierà una campagna di comunicazione rivolta a tutta la cittadinanza per sensibilizzare le romane e i romani al risparmio, campagna nella quale potrebbe inserirsi anche lo spegnimento simbolico di alcuni monumenti della Capitale. Già ieri, come testimonianza, nell’ambito della XVIII Giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili «M’Illumino di Meno», ideata dal programma di Radio 2 Rai «Caterpillar», dalle 19,50 alle 20 sono rimaste spente le luci della facciata del Palazzo Senatorio in Campidoglio e della Fontana di Trevi.

Per quanto riguarda l’amministrazione, Gualtieri ha chiesto ai dirigenti comunali e a quelli delle società partecipate di prestare la massima attenzione e a evitare comportamenti «energivori», a partire dalle azioni quotidiane come lo spegnimento rigoroso, al termine degli orari di lavoro, delle luci e di tutte le fonti di energia. Anche la Regione Lazio ha preso i primi provvedimenti e spegnerà il riscaldamento nelle sue sedi per due ore al giorno.

A Roma ci sarà poi da affrontare il problema Atac e Ama. Le due municipalizzate, per il loro servizio, bruciano milioni di litri di gasolio. Solo per il carburante, il budget di Atac era già aumentato da 75 milioni nel a 100 milioni per il 2022, ma questo prima che scoppiasse la guerra in Ucraina. Per questo nei giorni scorsi si era parlato anche di una possibile riduzione dei trasporti ma, ha spiegato il presidente della Regione Zingaretti, «al momento non è previsto, attendiamo quelli che saranno gli sviluppi delle scelte del governo».