violenza

Lite tra rider, razzista accoltella figlio di un deportato

Valeria Di Corrado

Ha prima proferito insulti razzisti e antisemiti contro i colleghi, poi ha accoltellato il figlio di un deportato ebreo, impiegato nella stessa società per le consegne a domicilio. La Digos ha arrestato un rider eseguendo una misura cautelare ordinata dal gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura, nei confronti di un uomo di 51 anni che lo scorso 21 marzo aveva accoltellato un collega mentre entrambi si trovavano davanti al McDonald’s di via Appia Nuova.

 

  

 

 

All’origine dell’accoltellamento vi sarebbe stato un diverbio sorto per alcune espressioni di spregio contro gli extracomunitari e le persone di religione ebraica, proferite dall’accoltellatore verso le persone addette al medesimo servizio di food delivery, in quei frangenti in coda nell’attesa di ritirare gli ordini da consegnare. L.A. di 59 anni, di religione ebraica e figlio di un deportato al campo di concentramento di Mauthausen, ha reagito protestando per le parole razziste dette dal collega, ma la situazione è degenerata quando quest’ultimo ha tirato fuori un coltello e ha iniziato a colpirlo con fendenti al volto, alla testa e all’inguine.

 

 

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Le successive indagini, condotte dalla Digos e coordinate dalla Procura di Roma, attraverso la compiuta analisi dei filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza installate nell’area dell’accoltellamento e le testimonianze della vittima e delle persone che hanno assistito all’accoltellamento, hanno consentito di ricostruire la dinamica dei fatti. Gli elementi raccolti, anche mediante accertamenti esperiti presso le società di “food delivery”, hanno permesso, in poche ore, di identificare l’autore dell’accoltellamento a sfondo razzista: un italiano di professione rider, con piccoli precedenti, che è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti. Nel corso delle operazioni di polizia giudiziaria gli agenti della Digos hanno anche rinvenuto l’arma utilizzata nel corso dell’aggressione.

 

 

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