sanità nel caos

Roma, caos ospedali: medici stangati dopo l'emergenza coronavirus. Altro che eroi

Antonio Sbraga

«Da eroi applauditi a operatori gestiti col cronometro». Medici ed infermieri in rivolta negli ospedali Pertini e Sant’Eugenio «contro la decisione aziendale della Asl Roma2 di decurtare dall'orario 10 minuti al giorno dopo 6 ore di servizio per la pausa non prevista dal contratto», denunciano tutti i sindacati ormai indirizzati verso la proclamazione dello sciopero. Come al policlinico Umberto I, dove invece «l’azienda insiste nel voler imporre il prolungamento dell’orario di lavoro per gli operatori impegnati nelle attività ambulatoriali», denunciano Cgil, Cisl e Uil che, dopo la rottura delle trattative in Prefettura martedì scorso, ora avvertono: «la Regione intervenga o andremo dritti verso lo sciopero di tutto il personale dell’Umberto I».

Anche nell’Asl Roma 2 Anaao Assomed, Cgil, Cisl e Uil, dopo il flash-mob di protesta organizzato mercoledì scorso davanti al Pertini e Sant’Eugenio, hanno proclamato «lo stato di agitazione permanente, preparandosi a ulteriori iniziative fino allo sciopero». Perché «la decisione è stata presa unilateralmente dai vertici aziendali e a nulla sono serviti gli incontri sindacali. Dieci minuti al giorno diventano 4 ore alla settimana e una settimana di lavoro l’anno non retribuita. Come se un chirurgo potesse interrompere l’operazione o il cardiologo smettere di trattare un infartuato allo scadere delle 6 ore di servizio: umiliati con norme che mortificano la professionalità», concludono i sindacati.

  

Ai quali l’Asl Roma 2 replica spiegando l’origine dei provvedimenti contestati. «L'Azienda, a seguito di un analitico esposto anonimo», è divenuta infatti «oggetto di un'indagine della Procura della Corte dei Conti del Lazio proprio su temi connessi all'orario di lavoro. Questa Direzione, in un'ottica di doverosa tutela dell'Azienda, ha immediatamente disposto una verifica su tutti i fatti segnalati ed ha chiesto all'Unità Organizzativa preposta di intervenire rimuovendo le criticità oggetto di esposto, se riscontrate non rispettose della norma. Tra i vari punti dell'esposto, due riguardano la pausa, sia di quella per il pranzo, prevista dai CCNNL, che quella dei dieci minuti da fruire dopo le sei ore di lavoro prevista dall'art. 8 del D.Lgs n. 66/2003. Su questi punti, la Direzione ha ancora e tuttora in corso un ampio approfondimento giuridico che ha visto coinvolti, attraverso la proposizione di specifici quesiti, l'ARAN, la Funzione Pubblica e la Regione Lazio, da cui si auspica sollecito riscontro».