Romanesco, dall'antipasto al dessert torna il menù made in Roma
Il romanesco piace anche a tavola. Ritorna la seconda edizione del circuito delle eccellenze dei ristoratori e del menù made in Roma. A promuovere l'iniziativa, da oggi al 20 giugno, la Camera di...
Il romanesco piace anche a tavola. Ritorna la seconda edizione del circuito delle eccellenze dei ristoratori e del menù made in Roma. A promuovere l'iniziativa, da oggi al 20 giugno, la Camera di Commercio con l'Azienda Romana Mercati, le associazioni di categoria e i Consorzi di Tutela di riferimento. Una presenza quest'ultima che arricchisce il menù con cinque prodotti tipici e tradizionali del paniere agroalimentare romano: l'Abbacchio Romano IgP, il Pecorino Romano Dop, la Ricotta Romana Dop, le Olive da Mensa e l'Olio Extravergine di Oliva Dop Sabina. «La storia alimentare di Roma e del suo territorio ha radici antichissime che consentono - dice il presidente dell'Azienda Romana Mercati Aldo Mattia - una lettura della tradizione gastronomica nell'arco di secoli per apprezzare gli elementi di continuità con il presente o individuare percorsi di recupero di prodotti e ricette. In questo quadro si inserisce il romanesco. Del resto Roma è forse l'unica città al mondo per la quale viene utilizzato un aggettivo, Romanesco, che contraddistingue non solo la gamma di prodotti originari delle campagne circostanti, ma un vero e proprio stile di vita e di consumo». Le cinque eccellenze saranno protagoniste nei piatti "bandiera" dei menu di Romanesco, e nei negozi gourmet di RomainTavola (www.romanesco.roma.it). Venti i locali che hanno aderito a rappresentare tutti gli stili; classici, innovatori e emergenti con l'obiettivo di promozione e valorizzazione dei prodotti tipici e tradizionali di Roma. «Alcuni di loro hanno collaborato alla redazione di un volumetto fornendo la propria interpretazione di un prodotto - prosegue Mattia - riallacciandosi a uno dei tre grandi filoni gastronomici che possono essere riportati a una tradizione genuinamente di Roma e del suo territorio: dalla cucina del "quinto quarto" tipica di Testaccio, a quella raffinata ed ingegnosa romano giudaica del Ghetto passando da quella delle campagne dei Castelli». Ristoratori che per farsi interpreti e garanti della cultura enogastronomica romanesca hanno attivato rapporti commerciali con le imprese produttrici ed artigiane del territorio così da poter rivendicare a ragione, la specificità e l'autenticità di Roma in tavola.
Dai blog
Generazione AI: tra i giovani italiani ChatGPT sorpassa TikTok e Instagram
A Sanremo Conti scommette sui giovani: chi c'è nel cast
Lazio, due squilli nel deserto