Professoressa fa sesso con alunno di 14 anni
La donna, trentenne, accusata di violenza sessuale
Da facebook alla vita reale, senza filtri se non quelli nella disponibilità di un ragazzino di meno di 14 anni, finito tra le braccia di una maestra d'asilo dalla presunte doppia vita. L'ennesimo caso di pedofilia in salsa capitolina ha il quartiere di Tor Bella Monaca come sfondo (anche se i casi delle babysquillo dei Parioli hanno aperto gli occhi anche ai quartieri «bene« della città) e si gioca sulla fragilità di un ragazzo giovanissimo – cresciuto in una famiglia «difficile» – che non aveva fatto i conti con i sospetti e la risolutezza della madre. Ed è proprio la madre che, interrogando il figlio che era «scomparso» per qualche ora, si rende conto che qualcosa nella vita recente del giovanissimo non girasse nel verso giusto. Sotto le pressioni del genitore infatti, il ragazzino, dopo avere tentato di sviare la conversazione, confessa di avere avuto un incontro «ravvicinato» con una donna (di quasi venti anni più anziana) incontrata per caso sul social network. Dalle parole del ragazzino poi la donna scopre che dalla realtà virtuale di internet, il rapporto si era evoluto in una serie di telefonate esplicite, fino all'incontro vero e proprio avvenuto in una normale mattina romana. Una storia triste finita, inevitabilmente, nelle aule di tribunale e che proprio ieri ha visto chiudersi l'istanza dibattimentale. E così alla sbarra, per l'ennesimo caso di presunta pedofilia nella città eterna, ci è finita la trentanovenne Barbara D'Aiello, titolare di una cattedra in un asilo del quartiere Talenti. Secondo l'ipotesi d'accusa la donna infatti avrebbe «compiuto atti sessuali con il minore con il quale aveva intrattenuto preliminarmente contatti via web ed a mezzo telefono cellulare; ed in particolare avendo con il medesimo minore, che si era allontanato da scuola non autorizzato» tre distinti rapporti. Dalle ulteriori indagini svolte dalle forze dell'ordine poi, risulta a carico della donna anche l'imputazione per «essersi colpevolmente procurata ed avere detenuto materiale pornografico realizzato utilizzando minori di anni 18; estratto del materiale informatico sequestrato presso la sua abitazione che evidenziava alcune foto riproducenti ragazzi minori degli anni diciotto di natura pornografica, ed un rapporto sessuale tra ragazzi ed una ragazza minori di anni 18». Una storiaccia che arriverà a sentenza nella prossima estate e che potrà fare ulteriore luce sullo strano legame che legava un ragazzino adolescente con una maestra forse in preda ad una crisi di mezza età.
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