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Valditara: "Se vere, quelle frasi di Albanese incompatibili con la scuola"

Dario Martini
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Ministro Valditara, dopo le "lezioni" di Francesca Albanese lei ha mandato gli ispettori in una scuola a Pontedera e ha emanato una circolare per invitare tutti gli istituti al pluralismo. Cosa sta accadendo nelle classi italiane?
«Non so cosa abbia detto Francesca Albanese nelle scuole dove è stata invitata. Ho letto sui giornali di alcune affermazioni che avrebbe fatto. Nel caso in cui risultassero vere sarebbero molto gravi. Leggo che avrebbe definito il governo fascista e complice del genocidio del popolo palestinese. E avrebbe incitato gli studenti a occupare le scuole. Come ministro dell’Istruzione, ho il dovere di conoscere se questi fatti sono realmente accaduti, per giunta senza contraddittorio e durante una lezione curriculare quando tutti gli studenti hanno l’obbligo di presenza».

 

Cosa farà se avrà un riscontro positivo?
«Laddove siano state fatte davvero affermazioni di questo tipo, gli organi competenti dovranno appurare eventuali responsabilità all’interno della scuola. Perché si tratterebbe di fatti incompatibili con una scuola costituzionale che deve insegnare il pluralismo, lo spirito critico e un confronto improntato al dialogo e non all’insulto e tanto meno all’invito a violare le leggi dello Stato. Nelle scuole non possono essere ammessi indottrinamento e propaganda».

 

Mi pare sia rimasto molto colpito...
«Non sono stupefatto da affermazioni che non ho ancora certezza se siano state effettivamente pronunciate. Io sono stupefatto dalle dichiarazioni di alcuni esponenti di partiti di opposizione e della Cgil intervenuti per condannare il ministro dell’Istruzione anziché preoccuparsi di accertare la verità dei fatti. Temo che vi sia ancora chi non ha maturato una reale comprensione dei valori costituzionali. Comunque non mi farò intimidire».

Francesca Albanese, cito testuale, ha scritto di essere stata vittima di una «zaffata persecutoria». Come risponde?
«Ribadisco, ci sono troppe persone che non hanno ancora fatto i conti con un certo pensiero totalitario che ha caratterizzato per molti decenni la storia di una parte della sinistra italiana».

Che effetto le fa ascoltare certi slogan come "Valditara il tuo posto è in una bara" urlati in piazza?
«Ci sono giovani, per fortuna pochi, strumentalizzati da qualche "cattivo maestro". Deve essere chiaro però che chi usa questi slogan si ispira ai peggiori esempi dell’estremismo politico del secolo scorso. Piuttosto mi aspetterei dall'opposizione una condanna netta di questi comportamenti».


A sinistra ribattono che l’autonomia scolastica garantirebbe la libertà di tenere anche lezioni politicamente orientate...
«Ognuno è libero di fare quello che crede, ma non nell’orario scolastico. La scuola deve garantire sempre il pluralismo, su qualsiasi argomento. Qualunque sia l’argomento trattato occorre affrontarlo con equilibrio, evidenziando le problematicità, citando opinioni differenti, ove esse siano ovviamente serie e scientificamente sostenibili. La scuola deve aiutare gli studenti a formarsi propri convincimenti nella piena libertà e senza indottrinamento. Questo è il primo compito dei docenti.
Solo in questo modo possiamo stimolare lo spirito critico».


Si aspettava di essere attaccato per il consenso informato sull’educazione affettiva a scuola? Elly Schlein ha parlato di «grave passo indietro»


«L’opposizione sta mettendo in atto una grave strumentalizzazione dei fatti. I programmi scolastici possono essere consultati da chiunque, le nuove Indicazioni nazionali sono infatti pubbliche. Ognuno può dunque capire se a dire la verità sia Elly Schlein oppure io».

Cosa è cambiato?
«Nelle nuove indicazioni nazionali è prevista l’educazione alle relazioni, al rispetto, al contrasto contro la violenza di genere, all’empatia affettiva e razionale: sono obbiettivi di apprendimento necessari. Per la prima volta viene contemplata la educazione alle relazioni e alla empatia. Non lo aveva fatto la sinistra, lo abbiamo fatto noi. È prevista anche l’educazione sessuale in senso biologico: funzioni riproduttive, sviluppo puberale e i suoi effetti sulla sessualità, i rischi derivanti dalle malattie sessualmente trasmissibili».

E allora perché protestano?
«Loro vorrebbero che ai bambini di sei anni si insegnassero le teorie gender. Noi riteniamo che non si debba creare confusione nella mente di bambini che non sono ancora attrezzati per affrontare temi così complessi. Quando saranno più grandi, se si vorranno affrontare certi argomenti che sono peraltro eticamente sensibili, è giusto che si applichi il dettato costituzionale, che attribuisce ai genitori il compito primario di educare i figli. Ecco perché per le medie e le superiori, per gli studenti minorenni, abbiamo introdotto il consenso informato: decideranno le famiglie, dopo aver avuto adeguata conoscenza del contenuto dei corsi e della qualità dei docenti, che dovranno essere in ogni caso psicologi o medici di comprovata professionalità».

Quali finalità persegue la sua riforma sul voto in condotta?
«Dare concretezza al valore del rispetto, abituare i giovani ad essere responsabili, ridare autorevolezza ai docenti».

Quale è uno degli aspetti più significativi della sua riforma dei programmi scolastici?
«Abbiamo ridato centralità alla storia della civiltà occidentale. Se non siamo orgogliosi della nostra civiltà, se non siamo orgogliosi della nostra identità, di chi siamo stati, del nostro passato, non potremo mai costruirci un futuro degno.
Perché il futuro non si costruisce sull’acqua, ma su radici solide ben piantate nella terra»

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