solita propaganda

Assisi, sinistra senza vergogna: la marcia per la pace diventa “Flotilla di terra”

Pietro De Leo

Salvate le famiglie della Perugia-Assisi! Coloro che in totale buona fede vanno a onorare una tradizione vecchia di sessant’anni di una marcia dedicata alla Pace e si sono trovati, ieri, nel frullatore del «campo largo», i cui esponenti hanno colto l’occasione per l’ennesima mascherata ideologica anti governo e con una spruzzata ProPal, che evidentemente non guasta mai. Agitare bene ed ecco servita la propaganda, nel tentativo di monopolizzare un’iniziativa che nasce orientato al pacifismo, sì, e dunque con una certa connotazione culturale, ma di certo non come officina per rattoppare i buchi dell’affannata sinistra. Ci sono tutti, con il carico del loro bagaglio retorico fazioso e unilaterale, generosamente distribuito ai giornalisti nel corso delle dichiarazioni a margine.

 

  

 

La segretaria Pd Elly Schlein, per esempio, assicura: «Noi continuiamo a mobilitarci per la pace. Pace per i palestinesi, che vuol dire pieno riconoscimento dello Stato di Palestina e fine dell'occupazione illegale in Cisgiordania; pace per gli ucraini, una pace giusta per tutti quei popoli che sono coinvolti in oltre 50 conflitti terribili nel mondo». Sì, peccato che dimentichi, in questo elenco, gli israeliani, la cui sofferenza dal 7 ottobre in avanti non è certo trascurabile. C’è il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, il quale se la prende con il governo, che «aumenta di oltre 20 miliardi le spese militari nel prossimo triennio, mentre invece famiglie e imprese in Italia se la passano malissimo». Poteva mancare il duo politico Fratoianni e Bonelli? No. Il primo cerca di trasformare la Perugia-Assisi in una mobilitazione antigovernativa: «La Meloni e i suoi accoliti hanno sempre una paura terribile delle piazze: che guardino con attenzione e rispetto questo fiume di persone che rivendica diritti e pace, e che ridà dignità alle nostre Istituzioni infangate dai comportamenti imbelli di questa destra». Anche il secondo se la prende con l’Esecutivo: «Chiedo di smetterla di dileggiare e offendere chi manifesta per la pace, come ha fatto in occasione delle mobilitazioni per Gaza e per la Palestina. Quelle manifestazioni, partecipate e coraggiose, hanno contribuito a spingere i governi verso una tregua».

 

 

Insomma, il piano Trump e le pressioni diplomatiche di svariati esecutivi sono un’invenzione delle nostre fantasie. E sono un miraggio pure le bandiere di Hamas o lo striscione inneggiante alla strage del 7 ottobre che abbiamo visto nelle piazze dei giorni scorsi. E mentre per la capogruppo di alla Camera di Avs Luana Zanella «ha sfilato la Flotilla di terra», non potevano mancare i due protagonisti di questi anni di manifestazioni ProPal. Uno è il leader che ha completamente snaturato il primo sindacato italiano, Maurizio Landini della Cgil. Che catechizza: «Mai come adesso la logica della guerra e la guerra con cui siamo chiamati a fare i conti va fermata. L'aumento dell'inflazione, il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro sono avvenuti dopo la guerra in Ucraina». Peccato che la guerra in Ucraina non sia nata da sé ma per un’invasione di un governo dittatoriale russo che voleva espandere il proprio dominio fagocitando una democrazia. Poi c’è la star delle star, Francesca Albanese, che trova un altro palco per dare sfogo alla propaganda, e tocca l’apice: «Ora ho il timore che la parola pace completerà quello che il genocidio non è riuscito a fare». Quindi neanche la pace va bene? Li lasciamo alle prese con i loro irrimediabili cortocircuiti mentali. Mentre, per fortuna, a Gaza entrano i primi camion con gli aiuti e attendiamo con trepidazione la liberazione degli ostaggi israeliani.