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Giustizia, immediata levata di scudi dell'Anm sulla riforma: “Inutile e dannosa”

Gabriele Imperiale
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La riforma della Giustizia approvata dal Consiglio dei ministri e che ora dovrà passare alle Camere fa infuriare il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia. Considerata una “riforma epocale” dall’esecutivo di Giorgia Meloni, per il numero uno dell’Anm invece è ben altro: “Una stesura affrettata” che “peggiorerà la risposta giudiziaria”. La nuova riforma quindi per Santalucia sarebbe “inutile e dannosa”. In un’intervista a La Repubblica, il magistrato è entrato più nel dettaglio del suo “no” alla nuova giustizia voluta dal ministro Carlo Nordio e apre a un possibile sciopero dell’Anm: “Il nostro impegno prioritario sarà spiegare perché siamo contrari alla riforma ed eviteremo proteste sterili – spiega Santalucia –. L’Anm valuterà se e quando anche lo sciopero potrà servire a rafforzare il nostro sforzo di spiegare che la riforma è al contempo inutile e dannosa”.

 

 

Il numero uno dei togati dice la sua proprio su Carlo Nordio: “Si sente tradito da Nordio?” domanda la giornalista Liana Milella a cui risponde “No, perché non abbiamo mai fatto particolare affidamento su di lui. Per noi la figura del Guardasigilli prescinde dal suo passato di magistrato”. Sui tempi celeri dell’approdo e dell’approvazione della riforma in CdM: “Quello che vedo, leggendo la bozza, è che si tratta in più punti di una stesura affrettata”. Sull’urgenza della separazione delle carriere, Santalucia è netto: non è un argomento urgente e la riforma avrebbe “solo un sapore e uno scopo punitivi. Peggiorerà solo la risposta giudiziaria. E purtroppo i cittadini se ne accorgeranno”. Nella sua lunga intervista, il presidente dell’associazione nazionale magistrati parla anche del Colle e dell’incontro avvenuto tra Mattarella, Nordio e Alfredo Mantovano: “So quanto l’autonomia e l’indipendenza della magistratura stia a cuore al presidente” – chiosa il togato.

 

 

Le polemiche si spengono solo per un attimo e quando la cronista de La Repubblica ricorda le parole sulla riforma della senatrice Giulia Bongiorno, Santalucia commenta deciso: “Vedo un uso malizioso, per usare un termine garbato, di storie passate che sono divenute ormai il pretesto per limitare i diritti di tutti i magistrati – spiega –. Faccio fatica a capire come si possa dire che è fatta salva la nostra autonomia e l’indipendenza quando lo stesso ordine viene ritenuto incapace di esercitare i diritti elementari di elettorato attivo e passivo”. A Santalucia la riforma non piace affatto: i due Csm? “Solo un modo per indebolire ancor più la magistratura con il paravento della duplicazione dei Csm”. L’alta corte? “Per chi negli anni l’ha proposta l’obiettivo era l’unità di tutte le magistrature. Quella che dovrebbe nascere invece è riservata solo a noi, mentre i colleghi contabili, amministrativi e militari conserveranno l’attuale sistema disciplinare. È forse un altro modo per svilire noi e il nostro Csm?”. E sull’idea di Mantovano che non servirà il referendum perché in Parlamento ci saranno i due terzi: “Penso che non finirà così. I cittadini italiani, per la terza volta, potranno dire no alla separazione delle carriere e alle conseguenze negative che essa comporta per il nostro Paese”.

 

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