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Giorgia Meloni, Le Figaro la incorona: "Ha fatto scuola e smentito gli oracoli sul fallimento"

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Le Europee potrebbero essere l'ennesimo banco di prova per i leader candidati ma non per Giorgia Meloni, che a distanza di poco più di due settimane dall'apertura delle urne ha ricevuto le lodi de Le Figaro. "L'Italia è stata regolarmente, per il meglio e per il peggio, il laboratorio delle innovazioni politiche in Europa": così ha esordito Nicolas Baverez nell'articolo pubblicato sul quotidiano francese. Con la premier, secondo il giornalista, il nostro Paese "sperimenta un post-populismo che intende esportare in Europa". "Sei mesi fa, Giorgia Meloni ha compiuto una folgorante avanzata elettorale, passando dal 4,4% al 26% dei voti in quattro anni, diventando a 45 anni la prima donna a salire alla presidenza del Consiglio, alla guida di una forte maggioranza nelle due Camere. Cento anni dopo la marcia su Roma che portò Benito Mussolini a formare il governo, il suo arrivo al potere ha suscitato il timore di una riabilitazione del fascismo o di una secessione dall'Unione europea. Molti si sono anche chiesti sulla sua capacità di guidare la coalizione delle destre e di imporsi di fronte ai suoi temibili alleati, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi", si legge. 

 

 

Ma Giorgia Meloni, ha scritto Baverez, "ha smentito gli oracoli che prevedevano il suo inevitabile fallimento. La presidente del Consiglio ha imposto la sua autorità nei confronti del suo governo e della sua maggioranza. Si è impegnata nella difesa dei valori tradizionali, come la famiglia, la religione e il patriottismo. Ha mostrato fermezza sull'immigrazione e cercato di delocalizzare la gestione dei migranti in Albania o in Tunisia". E ancora: "Ha avviato un progetto di revisione costituzionale per rafforzare i poteri del capo del governo attraverso la sua elezione a suffragio universale diretto, senza entrare in conflitto con Sergio Mattarella, il molto rispettato presidente della Repubblica. Ha adottato la strategia economica di Mario Draghi, per garantire i 192 miliardi di euro di sovvenzioni e prestiti del piano Next Generation EU. Ha stretto alleanze e mostrato vicinanza con Ursula von der Leyen. Ha dimostrato una determinazione incrollabile per rafforzare la NATO, contenere l'imperialismo russo, aiutare l'Ucraina, sostenere Israele contro Hamas". 

 

 

Ma ecco che Le Figaro ha smontato le giravolte della sinistra: "La linea politica seguita da Giorgia Meloni non è neo-fascista. Non è rivoluzionaria, ma conservatrice. Non intende superare la divisione tra destra e sinistra o operare una sintesi tra socialismo e nazionalismo, ma rivendica una posizione risolutamente conservatrice. Non denuncia le élite, non condanna l'impotenza della democrazia rappresentativa, non disprezza lo stato di diritto, ma propone di prendere il controllo delle istituzioni in Italia e nell'Unione. Giorgia Meloni disegna così una sintesi originale di tipo post-populista, nel senso definito da Thibault Muzergues".  La leader di FdI "ha fatto scuola in Svezia, Finlandia, Repubblica Ceca, Spagna e Grecia, ambisce ora ad applicare la sua strategia all'Unione. È l'unico capo di governo che conduce una lista alle elezioni europee ed è accreditata del 27% delle intenzioni di voto, distanziando il Partito Democratico (20%) e il Movimento 5 Stelle (15%), marginalizzando la Lega e Forza Italia, che si attestano intorno all'8%". Il post-populismo di Meloni "costituisce una forma politica originale", ha aggiunto il giornalista. 

 

 

 

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