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Taglio ai vitalizi, quanto ci costa la raffica di ricorsi: cifre a sette zeri

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La furia grillina sul taglio dei vitalizi dei parlamentari rischia di costarci 80 milioni di euro all'anno. Altro che risparmio. Sforbiciata decretata circa sei anni fa da Camera e Senato e cancellata nei fatti da una serie di sentenze di tribunale e di delibere degli organi di autogoverno del Parlamento, che si traduce in un conto salato per il contribuente. 

Tutto parte nel 2018, quando sulla spinta del Movimento 5 stelle Camera e Senato decidono di introdurre anche per i parlamentari eletti prima del 2012 il sistema contributivo, già valido per gli eletti dopo il 2012. Subito dopo sono scattati i ricorsi, se ne contano  circa 1.000, di 650 deputati e 350 senatori, depositati presso gli organi interni competenti di Montecitorio e Palazzo Madama. A fare i conti di quanto ci costa questa "rivolta", alla cui testa c'è l'ex parlamentare e avvocato Maurizio Paniz, è la Verità. "Tutto finirà ancora una volta sulle spalle dei contribuenti, con cifre monstre, anche nelle stime per difetto fatte dagli stessi uffici parlamentari. A Palazzo Madama il risparmio stimato, nella scorsa legislatura, era stato di circa 40 milioni l’anno, quindi in tutto di circa 200 milioni. Una cifra più o meno equivalente è stata stimata per la Camera, perché l’ammontare totale dipende dagli anni passati in Parlamento dagli ex deputati e non solo dal loro numero, ma in questo caso non tutte le sentenze sono state pronunciate, e per avere un dato definitivo sul peso nelle casse statali dello stop ai tagli bisognerà ancora attendere", è la stima. 

Ci sono già 851 ex senatori e 444 familiari di senatori deceduti che ricevono i loro vitalizi integrali. E con i ricorsi in essere, cosa ci aspetta quest'anno? L’aggravio sui contribuenti ammonterà a grandi linee sugli "80 milioni in più l’anno tra Camera e Senato". Bel risparmio... 

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