l’episodio

Scurati, Sangiuliano e quel ricordo del 2019: “Trattamento generoso fatto a pochi”

“Mi pare che Giorgia Meloni abbia detto parole definitive, chi è stato ostracizzato o censurato non chiederà mai censure per altri”. Si esprime così Gennaro Sangiuliano sul caso di Antonio Scurati e il mancato intervento in Rai. Il ministro della Cultura, intervistato dal Messaggero, ricorda anche che “quando Scurati vinse il Premio Strega, nel 2019, io ero direttore del Tg2 e gli dedicammo ben due servizi, dal tono molto favorevole, di cui uno a firma di Adriano Monti Buzzetti, a seguire mandammo in onda un’intervista allo scrittore. Pochi hanno avuto un trattamento così generoso”. 

 

  

 

Dunque, osserva ancora l’esponente del governo, “secondo me, che non decido nulla al riguardo, Scurati deve poter andare in Rai e parlare liberamente”. “Quella economica - riprende - è un’altra questione, di cui non conosco i dettagli. Quando spesso osservo che si fanno film con contributi pubblici e compensi milionari ai registi che si risolvono in giganteschi flop, non discuto della libertà artistica dei registi ma dell’uso corretto dei soldi degli italiani. In un caso, sono stati impegnati ben 29 milioni per un film di cui 9 di contributi pubblici che è stato visto da pochissimi spettatori. Se dico che l’Usigrai deve ancora chiarire la vicenda dei centomila euro scomparsi dalle casse, c’erano anche le quote pagate da me, non sto attaccando la libertà di stampa”.

 

 

Nell’intervista, Sangiuliano osserva che “l’antifascismo, che è certamente un valore, è stato monopolizzato dai comunisti e ora dai neo-comunisti. La Resistenza non fu fatta solo dai comunisti. Io partecipo al 25 Aprile, cosi come mi sono recato alle Fosse Ardeatine per l’ottantesimo anniversario della strage e come sono stato il 13 aprile scorso sulla tomba di Rolando Rivi, il seminarista di appena 14 anni, trucidato dai partigiani in Emilia, solo perché cattolico. È stato beatificato da Papa Francesco che lo ha dichiarato ‘martire’. C’è una verità giudiziaria su questa vicenda, una sentenza condannò due partigiani. Aspetto che l’Anpi venga con me a commemorare il piccolo Rolando”.