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Ue, Draghi pronto alla rivoluzione: “Serve un cambiamento radicale”

Mario Draghi a tutto campo per rivoluzione l’Unione europea. L’ex presidente del Consiglio, nel suo intervento alla conferenza di alto livello sul pilastro europeo dei diritti sociali a La Hulpe, ha mandato alcuni segnali di scossone a Bruxelles: “Abbiamo bisogno di un'Unione europea che sia adatta al mondo di oggi e di domani. Nella relazione che la presidente della Commissione mi ha chiesto di preparare proporrò un cambiamento radicale. Questo è ciò di cui abbiamo bisogno. Credo che la coesione politica della nostra Unione esige che agiamo insieme. La maggior parte di noi sarà consapevole che la stessa coesione politica è ora minacciata dai cambiamenti nel resto del mondo. Ripristinare la nostra competitività non è qualcosa che possiamo ottenere da soli, o solo battendoci a vicenda, richiede che agiamo come Unione europea come non abbiamo mai fatto prima”.

 

  

 

“Per garantire la coerenza tra i diversi strumenti politici, dovremmo essere in grado di - ha detto ancora Draghi a a La Hulpe - sviluppare ora un nuovo strumento strategico per il coordinamento delle politiche economiche. E se dovessimo scoprire che ciò non è fattibile, in casi specifici, dovremmo essere pronti a considerare di procedere con un sottoinsieme di Stati membri. Ad esempio, una cooperazione rafforzata sotto forma di un 28° regime potrebbe essere una via da seguire per la CMU per mobilitare gli investimenti”.

 

 

Draghi guarda agli Usa come modello per la crescita continentale: “Gli Stati Uniti stanno utilizzando una politica industriale su larga scala per attrarre capacità manifatturiere nazionali di alto valore all’interno dei confini, compresa quella delle aziende europee, mentre l’utilizzo della protezione significa escludere i concorrenti e sfruttare il proprio potere geopolitico per riorientare e proteggere le catene di approvvigionamento. Noi - rimarca e conclude - non abbiamo mai avuto la possibilità di stipulare un patto industriale equivalente a livello di Unione Europea, anche se la Commissione ha fatto tutto quanto in suo potere per colmare questa lacuna in quanto tale. Nonostante il numero di iniziative positive in corso, siamo ancora mancanza di una strategia globale su come rispondere in più aree. Ci manca una strategia su come tenere il passo con l’aumento dei costi per raggiungere la leadership nelle nuove tecnologie”.