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Europee, la profezia dei sondaggisti: “Meloni può fare il record di preferenze”. Chi è il vero nemico

Edoardo Sirignano
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Meloni punta a fare il botto tra i leader attuali, ma non batterà i record di sempre delle elezioni Europee perché in calo il numero di elettori che dovrebbe recarsi alle urne. Elemento per cui, ad esempio, potrebbe non superare neanche quei 2,3 milioni di voti di Matteo Salvini, che nella scorsa competizione fu mattatore assoluto. A dirlo i principali istituti di ricerca. Secondo Antonio Noto «la premier, stavolta, è, senza ombra di dubbio, la favorita rispetto agli altri, in primis perché l’unica che si dovrebbe candidare in tutte le circoscrizioni». Elly Schlein, come lo stesso Antonio Tajani, dovrebbe lasciare campo libero in alcune aree dello stivale, per evitare malumori interni. «Avendo Fratelli d’Italia molti più voti delle altre forze in campo - spiega il sondaggista - la premier dovrebbe essere quella che oggi raccoglie più consenso. Se non supera i campioni di preferenze del passato è solo perché prima votava il 64% degli elettori, mentre adesso si stima che si arriverà al 54%. Diminuisce, dunque, la base da cui attingere». Nonostante ciò, per l’esperto, a Giorgia conviene mettere la faccia: «Il voto di FdI per i due terzi è dovuto alla sua presenza. Se sarà sulla scheda, inoltre, potrà fare campagna elettorale, mentre se assente prevarrà il ruolo istituzionale e dunque avrà una funzione più soft, che inciderà meno sulla base. Un leader si candida non per essere eletto a Bruxelles, ma per trascinare il proprio movimento al miglior risultato possibile. Ragione per cui, a mio parere, verrà penalizzato chi si spenderà solo per il territorio ritenuto debole, in cui c’è bisogno del nome di grido per tirare. In questo caso, prevarrebbe una contraddizione insostenibile».

 

 

Anche per Renato Mannheimer, la prima donna alla guida di Palazzo Chigi potrebbe essere avvantaggiata da una discesa in campo in prima persona: «Non so se sarà la più votata di sempre perché ci sono molti precedenti importanti, ma posso dire che la sua candidatura sarebbe un vantaggio per Fratelli d’Italia. C’è chi ha calcolato che potrebbe arrivare a gestire addirittura due punti in più. Stiamo parlando del profilo più forte». Per il veterano sondaggista di Eumetra non bisogna, però, sottovalutare neanche la forza del capo del M5S Giuseppe Conte: «Pur non essendo un valore aggiunto come la premier, è molto popolare. Schlein, invece, è più discussa in questo particolare momento. Mentre Giorgia è vista bene dai suoi, nonché risulta più attrattiva, soprattutto tra i moderati, la segretaria del Pd ha una serie di conflitti all’interno del Pd da superare. Diversi gli elementi di criticità. C’è più di qualcuno che non la vede bene nelle liste, soprattutto tra le donne. Non avrebbe, dunque, lo stesso effetto traino. Schlein, poi, non è riuscita a trovare né l’unificazione auspicata, né nuovo entusiasmo. Non è detto, comunque, che il vento possa cambiare da qui a giugno».

 

 

Per l’analista, comunque, il presidente del Consiglio, mettendo il proprio nome e cognome sulla scheda, non solo rafforzerebbe la sua leadership nella maggioranza, ma anche un governo, che col successo della sua principale protagonista, avrebbe almeno per i mesi post-europee, un cammino in discesa. Fattore che le potrebbe consentire un prolungamento della cosiddetta luna di miele, per adesso la più lunga dai tempi della grande balena bianca.

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