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Dossieraggio, Crosetto: "Andare a fondo, il Parlamento definisca i confini"

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Il caso di presunto dossieraggio ai danni di politici e di vip continua a tenere banco nel dibattito politico. Tutto è partito da una denuncia del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che oggi ha risposto in question time al Senato a una interrogazione di Italia Viva. L’uomo chiave è il luogotenente della Guardia di finanza Pasquale Striano, che avrebbe consultato file senza averne il titolo. Centinaia di accessi abusivi al sistema informatico delle segnalazioni di operazioni sospette (Sos) e sbirciate negli affari e nei conti di politici e personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport sono finiti sotto la lente d'ingrandimento. "Per quanto riguarda la sicurezza nazionale io non penso che ci siano dietro questa vicenda specifica delle problematiche che possano riguardare la sicurezza e la difesa del Paese. Ci sono altri tipi di problematiche che secondo me vanno al di là di questa inchiesta. Sono moltissimi i casi di accessi alle banche dati fatti, non solo in questa quantità e non solo in ambienti così prestigiosi, e per i quali sono state condannate persone in giro per l’Italia in questi anni. C’è una vicenda che riguarda l’abuso e l’accesso che alcune persone che hanno il potere di farlo per difendere il Paese, e questo può riguardare responsabilità personali, oppure può riguardare un sistema di potere quando gli accessi sono migliaia e servono per formare dei dossier in ambienti dove non è neanche previsto", ha dichiarato Crosetto. 

 

 

"Il rischio di questa vicenda è che finisca come tante altre vicende che alla fine in questi anni non hanno portato ad alcun accertamento definitivo - ha continuato - ma soltanto a liquidare con alcune persone, come in questo caso Striano e Laudati, senza andare a fondo di quelle che sono le logiche, i calcoli che ci sono stati dietro. Vorrei che il Parlamento arrivasse a ridefinire i confini e far riprendere fiducia in tutte le istituzioni. In questo momento le persone che amministrano la giustizia, la polizia giudiziaria, le persone che hanno accesso a queste banche dati, tutti noi veniamo coinvolti da una delegittimazione complessiva. Va ripristinata la credibilità delle istituzioni nel suo complesso", ha continuato. "Sull’inchiesta di Perugia e sui dossier serve il massimo approfondimento da parte della politica, senza timori. In gioco, che si tratti di Berlusconi, di Renzi o dell’attuale governo, c’è la credibilità delle istituzioni. Il parlamento prenda in carico la vicenda in tutte le sedi opportune, compresa una commissione di inchiesta apposita, che si occupi solo di questo. Quando avremo scoperto la verità, se esiste un sistema dietro tutto questo, avremo capito alcune cose della politica italiana, come la vicenda capitata a Matteo Renzi. Questa, per la gravità delle accuse, ha contagiato l’opinione pubblica su di lui e sulle istituzioni. Abbiamo quindi il dovere di difendere le istituzioni": così ha replicato la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva. 

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