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M5S, il flop in Abruzzo scatena la resa dei conti contro il campo largo. “Accozzaglia, ora basta”

Luca De Lellis
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Avrebbe potuto essere un “giorno di ordinaria follia” per Giuseppe Conte e il suo Movimento 5 Stelle, che sognavano il bis dopo l’exploit delle elezioni regionali in Sardegna. Invece è stato proprio il partito dell’ex Premier a rappresentare l’ago della bilancia in negativo della vittoria del centrodestra alle Regionali d’Abruzzo, con la riconferma del mandato da governatore per Marco Marsilio grazie al 53,5% dei consensi ricevuti. Infatti è stato proprio il tonfo dei pentastellati, che sono crollati dal 20% del 2019 al 7 per cento odierno, a rappresentare la zavorra per la coalizione formata da tutte le forze d’opposizione (Pd, M5s, ma anche Iv, Azione, Avs e socialisti). Un risultato incontrovertibile, e riconosciuto “modesto” dallo stesso leader Conte, che ha voluto offrire i propri auguri di rito al vincitore della tornata elettorale con un post sui propri canali social. Frutto, a questo punto, di una strategia di radicamento sul territorio abruzzese inefficiente, nonostante “l’avvocato del popolo” l’abbia sempre definito come un mattoncino cruciale della politica del proprio movimento. Tutto il contrario di quanto accaduto in terra sarda. Oltre al danno anche la beffa per Conte, verrebbe da dire.

 

 

Sì, perché oltre alla fastidiosa sconfitta, ora l’ex Presidente del Consiglio si ritrova anche ad affrontare le critiche da parte di chi, questo famoso “campo largo” (o larghissimo, che dir si voglia) con il quale è stato appoggiato il candidato vinto Luciano D’amico, non l’ha mai desiderato. Ovvero la base grillina, i cosiddetti radicali dei 5 Stelle, che – come riportato da Il Giornale - mai avrebbero voluto ritrovarsi allo stesso tavolo con acerrimi rivali come Matteo Renzi (Italia Viva) e Carlo Calenda (Azione). L’effetto Sardegna non ha funzionato, stavolta. E ora, che l’esito non è più lo stesso, i nodi sono venuti al pettine. «Presidente lei sa benissimo che la base non è andata a votare perché non accetta più le accozzaglia», ha evidenziato un utente, infilando il dito nella piaga. Ma i commenti del genere degli iscritti al partito sono diversi: «Un'altra caduta libera. Basta col campo largo, bisogna tornare a parlare a tutti». E poi il più duro da digerire: «Giuseppe Conte, ancora lei non ha capito una mazza. Il Movimento Cinque Stelle non è nato per fare alleanze con i vecchi partiti, questo stile nuovo è nato con lei e a lei devono i risultati scadenti».

 

 

Conte, intanto, ha ricordato come l’obiettivo per il prossimo futuro sia anche quello di riportare più persone possibili al voto, visto che come da trend ormai abituale questa tornata ha registrato il peggior dato sull’affluenza della storia delle Regionali in Abruzzo. Sarebbe, ovviamente, un bene per tutto il Paese se tale scenario si avverasse. Ma non essere riusciti a convincere gli astenuti è al contempo una sconfitta nella sconfitta. Per il “giorno di ordinaria follia”, quindi, l’appuntamento è rimandato a data da destinarsi. Anche se Conte spera in un esito migliore già a partire dalle prossime Europee.

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