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Dossieraggio, fuori i mandanti. La Lega vuole l'inchiesta per il Salvini gate

Edoardo Romagnoli
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«Donne e uomini della Lega sono stati spiati ripetutamente perché scomodi. Serve subito una commissione d’inchiesta: gli italiani meritano di sapere chi spiava, chi pagava, chi ordinava. E chi ci guadagnava». Dopo l’inchiesta de Il Tempo sui dossier sui finanziamenti della Lega finito nei cassetti della Direzione nazionale Antimafia, che pure non aveva competenza, da via Bellerio è uscita una nota con cui il partito di Matteo Salvini annuncia la richiesta di una commissione d’inchiesta. Ma facciamo un passo indietro.

 

 

Durante le audizioni in Commissione parlamentare Antimafia del procuratore di Perugia Raffaele Cantone e del pm Giovanni Melillo è emerso come fra i vari dossieraggi emersi c’è quello ai danni della Lega e dei suoi parlamentari. «Striano ha presentato una sorta di diario di tutte le pratiche che aveva fatto. Abbiamo poi successivamente acquisito altre pratiche tra cui quelle sui fondi della Lega. L’attività che abbiamo acquisito è uno degli oggetti di futuro approfondimento» ha spiegato Cantone durante l’audizione in Commissione Antimafia. «Qui è emerso un quadro assolutamente inquietante di accessi illeciti alle banche dati più riservate - ha dichiarato il senatore del Carroccio Gianluca Cantalamessa che per primo in Commissione ha chiesto delucidazioni sul caso specifico - In contestualità con i momenti elettorali e quasi soltanto nei confronti del centrodestra, con un’attenzione ancora più concentrata sul la Lega. È una vicenda su cui abbiamo il dovere di andare fino in fondo. Non soltanto per la Lega ma per tutti gli italiani».

 

 

Il leader del partito di via Bellerio ha chiesto chiarimenti su chi sono i mandanti: «Voglio sapere chi paga, quanti sono quelli che spiano, perché sono pagati dagli italiani, e chi diceva loro di spia Salvini, spia Tizio, spia Caio. Questo va bene nei film di James Bond, in Unione Sovietica, non nell’Italia libera e democratica del 2024. Quindi se c’è dietro qualcuno, vorremmo sapere chi». Una domanda a cui nei prossimi mesi potrebbe arrivare risposta.

 

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