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Dossieraggio, Gasparri tuona: “È una P2 più grande. Conflitti d'interesse nel M5S in Antimafia”

Ger. Procaccino
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«Siamo di fronte a una P2 moltiplicata per cento. Ecco perché bisogna tenere alta la guardia. Domani si riunirà la commissione Antimafia. Chi ha conflitti d’interessi non partecipi, mi riferisco a chi è stato alla guida della Direzione nazionale antimafia. La cultura del sospetto, d’altronde, l’hanno creata i grillini». A dirlo è Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato. E il pensiero va subito a Federico Cafiero De Raho, vicepresidente della commissione, che in passato ha ricoperto proprio quel ruolo.

Dossieraggio, è tutta colpa di un finanziere?
«Non posso immaginare che un singolo sottoufficiale o ufficiale della Guardia di Finanza possa aver fatto tutto ciò. Credo ci siano complicità. Vorrei capire dal procuratore nazionale antimafia cosa è successo, se queste cose riguardano solo l’attuale gestione del dottore Melillo o anche vicende del passato. Una cosa è certa, gli ultimi tre procuratori antimafia sono diventati parlamentari della sinistra. È successo a Grasso, senatore che stimo, a Roberti, diventato europarlamentare col sostegno di De Luca e a Cafiero De Raho, oggi tra le file grilline. Ecco perché bisogna avviare più di una riflessione di fronte a un dossieraggio riguardante solo esponenti di centrodestra. Mancano alcuni di noi, sono quasi sorpreso».

Come comportarsi rispetto a una vicenda che ha colto tutti di sorpresa?
«In Italia si possono arrestare le persone per tre ipotesi: possibile reiterazione del reato, fuga della persona e occultamento delle prove. Rispetto a quest’ultimo punto, chi ci garantisce che non vengano distrutti file fondamentali, considerando che parliamo di documenti che possono essere cancellati con un click».

 



La vicenda impone una riflessione sulla giustizia. Occorre accelerare?
«È un’urgenza. Forza Italia ha chiesto che una serie di temi vengano affrontati. Abbiamo approvato un pezzo della riforma, quello che limita l’abuso delle intercettazioni e che prevede che il trojan venga usato solo per determinate indagini. Attendiamo che la Camera possa discutere della separazione delle carriere. Si va avanti seppur con difficoltà».

A cosa sono dovute?
«A una sinistra che fa ostruzionismo. Mi vengono dei sospetti. C’è un collegamento tra politica e dossieraggi solo nei confronti di avversari, tra l’altro non indagati? La trasparenza della giustizia dovrebbe essere un’esigenza per tutti. Lo scenario è inquietante. Sbagliato sottovalutarlo».

Cambiando argomento, è stato tra i primi a dire che in Sardegna il centrodestra stava commettendo errori. Come evitare di ripeterli?
«Siamo tutti colpevoli. Le scelte si fanno insieme. Per quanto riguarda Truzzu, è stato candidato un sindaco che ha pagato la sua eccessiva efficienza.
Quando metti una città sottosopra per dei cantieri crei disagi. Nelle altre Regioni sarebbe sbagliato non confermare i presidenti che hanno ben governato, come Marsilio, Bardi, Tesei e Cirio. Sbagliato, inoltre, non mantenere i piedi a terra. Capisco che FdI, essendo più forte del passato rivendichi uno spazio, ma occorre sforzarsi di più per trovare le persone adatte. Vale per tutti. Non si vince e non si perde in eterno. Non si può spuntarla a ogni competizione con un sorriso. La sinistra, dopo lo shock delle politiche, cerca di alzare la testa e si sta riorganizzando. Non sottovalutiamola».

 

 

L’area moderata si ritrova ancora intorno a Forza Italia, alla luce delle difficoltà dei centristi e in particolare di Calenda...
«L’area moderata si può ritrovare solo intorno a noi. Non a caso abbiamo resistito anche alla perdita del nostro fondatore. Le porte restano aperte per chi intende rafforzare un centro che sta nel centrodestra e non per conto suo».

Se qualcuno come Carfagna volesse tornare lo riaccoglierete?
«Ci sono tanti che sono tornati. Sbagliato, però, personalizzare. Non ci saranno corsie preferenziali. Chi vuole tornare nella vera casa del centro e non nelle tende, che volano da un giorno all’altro, è giusto che rifletta. Non facciamo inviti e non poniamo veti».

 

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