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Cdm, nasce il patto per la terza età. Oltre un miliardo agli anziani

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Benedetto Antonelli
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Il Patto per la terza età promesso dal governo diventa realtà. Il decreto legislativo che attua la legge delega sugli anziani, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, è un provvedimento corposo. Una riforma vera e propria che introduce varie novità. Innanzitutto viene stanziato più di un miliardo di euro. Ma soprattutto nasce la «prestazione universale» per gli anziani che consentirà di aumentare l’assegno di accompagnamento degli anziani più fragili e bisognosi. Come ha spiegato il viceministro al Lavoro, Maria Teresa Bellucci, per gli anziani non autosufficienti «si passerà da un assegno di accompagnamento oggi pari a 531,76 euro a 1.380 euro, da poter spendere per servizi, cura e assistenza». Anche il premier Meloni sottolinea l’importanza di questo provvedimento che attua il Patto per la terza età: «È una riforma di cui andiamo orgogliosi e che l’Italia aspettava da più di 20 anni, solo una tappa di un percorso che andrà avanti per tutta la legislatura. Con più di un miliardo di euro in due anni e l’avvio della sperimentazione di una prestazione universale che consentirà di aumentare di oltre il 200% l’assegno di accompagnamento, diamo finalmente risposte concrete ai bisogni dei nostri oltre 14 milioni di anziani, ai non autosufficienti e alle loro famiglie. Il governo ha lavorato fin dal suo insediamento a una riforma strutturale delle politiche in favore della terza età consapevoli che gli anziani rappresentano la storia di questa Nazione». La prestazione universale verrà erogata dall’Inps e sarà riconosciuta, previa espressa richiesta, alla persona anziana non autosufficiente, in possesso dei seguenti requisiti: almeno 80 anni d’età, un livello di bisogno assistenziale gravissimo e un Isee per le prestazioni agevolate di natura sociosanitaria non superiore a seimila euro.

«È un provvedimento innovativo», sottolinea Bellucci, «perché vuole scongiurare l’isolamento e la solitudine, promuovere una vita attiva, rendere più semplice l’accesso ai servizi di cura e assistenza anche attraverso l’innovazione tecnologica. Interventi più efficaci perché personalizzati, grazie a forme di programmazione coordinata a livello nazionale e territoriale, con la casa come primo luogo di cura e di vita, rafforzando l’assistenza domiciliare integrata, la telemedicina e la teleassistenza». Sono diverse, infatti, le novità introdotte proprio per evitare l’isolamento. Vengono stanziati 5 milioni di euro per l’attuazione di misure volte a favorire il cosiddetto «turismo del benessere», o «turismo lento».

Inoltre, per facilitare e semplificare la vita degli anziani verrà creato un unico luogo di accesso digitale ai servizi dedicati alle fasce più alte della popolazione. In questo modo, con un’unica piattaMilioni Vengono stanziati per promuovere il «turismo del benessere» rivolto alle persone anziane forma nazionale, gli aventi diritto non dovranno più barcamenarsi tra una moltitudine di portali. Saranno introdotte anche delle agevolazioni, sempre destinate agli anziani, per l’adozione di animali domestici. Avere un cane o un gatto che ti fa compagnia può essere decisivo per il benessere psicofisico di chi spesso si trova solo in questo periodo della vita, tanto che sarà promosso l’accesso di questi animali nelle strutture residenziali. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ricorda che «l’Italia è tra le Nazioni più longeve al mondo e dobbiamo fare in modo che questa longevità sia accompagnata da un buono stato di salute e una migliore qualità della vita: promuovere l’invecchiamento attivo e in salute è fondamentale per aumentare lo stato di benessere fisco e psichico ma anche per ridurre i costi di cura e assistenza. Si tratta di un provvedimento che, dopo tanti anni, si occupa a 360 gradi delle persone anziane stanziando la cifra significativa di un miliardo: cura al domicilio, tutela della salute mentale, inclusione sociale, accesso ai servizi socio-sanitari. Da questo governo arriva un vero e proprio cambio di passo per la tutela e il benessere dei nostri anziani». 

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