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FdI condanna i saluti romani: "Un'altra gaffe della sinistra"

Domenico Alcamo
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Scontro sulla commemorazione della Strage di via Acca Larentia a Roma. Lì, dove il 7 gennaio 1978 furono uccisi due militanti di destra a colpi di arma da fuoco (un terzo giovane morirà qualche ora dopo durante gli scontri con le Forze dell’Ordine). L’agguato fu rivendicato dai Nuclei Armati per il Contropotere Territoriale, ma i responsabili non sono mai stati individuati. Dunque si sono ritrovati, l’altra sera, centinaia di manifestanti che hanno effettuato il saluto romano. La scena gira sui social e scatena le opposizioni. Il Pd presenta due interrogazioni, alla Camera e al Senato. La valanga di dichiarazioni prosegue per tutto il giorno. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi osserva: «Meloni dia un segnale, dicendo che queste immagini sono sbagliate». L’operazione è un po’ questa, cercare di tirar dentro Presidente del Consiglio, Fratelli d’Italia e governo su un fatto grave, certo, tuttavia non certo nuovo. Dal centrodestra arrivano reazioni inequivocabili. A partire dal Segretario di Forza Italia Antonio Tajani: «Siamo un partito antifascista. Chi ha avuto un comportamento del genere certamente deve essere condannato da parte di tutti».

Sempre tra gli azzurri, Maurizio Gasparri osserva: «Detto della condanna dei saluti romani, su Acca Larentia di cosa stiamo parlando? Di alcuni ragazzi uccisi in anni di terrorismo di cui non si è mai accertata la responsabilità dell'omicidio e di questo va discusso». Poi c’è l’altro aspetto, ovvero il senso delle commemorazioni. Una nota di Fratelli d’Italia, ieri, ha osservato: «La sinistra è stata varie volte al potere, ma finge solo oggi di scoprire la commemorazione di Acca Larentia. Finora, anche sotto i governi Pd, si è reputato di non intervenire per impedirla». Sul punto interviene anche il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, esponente di Fratelli d’Italia, ha spiegato come stanno le cose: «Iniziammo a disertare la manifestazione serale che si svolge nel piazzale frontistante l’ex sede del Msi prima ancora che nascesse Alleanza nazionale, la Schlein dovrebbe documentarsi prima di fare altre gaffe, proprio perché già all’epoca avevamo un’altra natura e ben diversi obiettivi. Fare saluti romani non ci appartiene». Dunque, spiega, sono stati istitutiti «due momenti alternativi: la mattina del 7 gennaio una rappresentanza ufficiale di FDI si reca a deporre tre cuscini, il pomeriggio in perfetta coincidenza - Gioventù nazionale organizza una fiaccolata sul quadrante opposto della città, a Villa Glori». E quelli che manifestano la sera? «Cani sciolti, persone di varia provenienza, non hanno niente a che vedere con Fratelli d’Italia». La dinamica delle cose la spiega anche Domenico Gramazio, già senatore e nome storico della destra romana. Fu lui, il giorno successivo a quel 7 gennaio ’78, ad accompagnare sul luogo della strage il leader del Movimento Sociale Italiano Giorgio Almirante e Pino Romualdi. Oggi guida il Cis, importante associazione culturale: «La commemorazione "istituzionale" si svolge la mattina, noi vi partecipiamo ed è un momento di raccoglimento per la nostra comunità». La sera, al contrario, «sono persone appartenenti alla galassia extraparlamentare che con Fratelli d’Italia non c’entrano».

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