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Legge di Bilancio, ok definitivo alla Camera. Meloni: maggioranza compatta

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 La manovra è legge. Mancano una decina di minuti alle 19 quando l'aula della Camera approva la legge di Bilancio 2024. Dal mattino, e in particolare da metà pomeriggio con le dichiarazioni di voto trasmesse in diretta tv, si consuma l'ultimo scontro in aula tra governo e maggioranza, da un lato, e opposizioni dall'altro. L'esito è scontato, i tempi sono contingentati, non è necessario il ricorso alla fiducia, ma entrambe le parti non rinunciano a sostenere le proprie posizioni rispetto a una manovra praticamente blindata, arrivata al traguardo due giorni prima della scadenza per l'esercizio provvisorio (contrariamente alle previsioni iniziali di un iter ben più rapido), con pochi e mirati emendamenti del governo e un tesoretto lasciato alla disponibilità delle forze politiche.

"Ringrazio a nome mio e del Governo i parlamentari di maggioranza di Senato e Camera per il sostegno e la compattezza dimostrati", commenta sui social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ancora alle prese con la sindrome otolitica che l'ha tenuta fuori gioco negli ultimi giorni. "Un segnale positivo per una Manovra importante, che mette al centro le famiglie, il lavoro e le imprese. In linea con i principi che guidano la nostra azione e con il programma che gli italiani hanno votato", continua la premier, osservando che "questa volta la Manovra viene approvata senza il voto di fiducia" e ringraziando "per questo anche le opposizioni che, pur nel forte contrasto sui temi, hanno contribuito allo svolgimento del dibattito". A caldo arriva anche la posizione del ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, secondo il quale "proseguiamo su un percorso di prudenza, responsabilità e fiducia. Avanti così".

 

Strali arrivano invece dalle opposizioni, a ribadire la contrarietà verso "una manovra figlia dell'arroganza che mortifica questo Parlamento, con oltre 50 decreti e con il diktat imposto alla vostra maggioranza di non presentare emendamenti. Altro che forza e solidità, la verità è che questa manovra è figlia anche delle vostre divisioni" e "del vostro radicato e direi identitario disinteresse per chi sta peggio", accusa in aula la segretaria dem Elly Schlein, sottolineando che "un anno fa di questi tempi ad accompagnare la prima manovra del Governo Meloni c'era lunga litania di alibi per il poco tempo a disposizione, oggi non avete scuse. È una manovra figlia vostra e si vede eccome". Il leader del M5S. Giuseppe Conte, affida invece ai social l'attacco a "una legge di bilancio di tagli e tasse da far invidia ai peggiori governi tecnici", una "Manovra lacrime e sangue ci sembrerà acqua e zucchero rispetto al macigno che Meloni ha scagliato sul Paese per i prossimi anni, chinando il capo di fronte a Germania e Francia" con "il nuovo patto di stabilità a cui si è piegata in Europa".

 

La difesa d'ufficio arriva dai banchi della maggioranza. Il capogruppo di FdI Tommaso Foti cita addirittura il futurista Marinetti: "'Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle', con la coerenza delle idee, con il nostro amore per l'Italia", scandisce, per dire che "non pensiamo che sia stata una legge di bilancio facile ma sicuramente segna il ritorno della politica dopo anni di sospensione. E ce ne prendiamo onori e oneri". Il capogruppo leghista Riccardo Molinari, pur ammettendo "che la legge di bilancio non è perfetta", rivendica "una linea coerente: mettere qualche soldo in più per chi produce Pil e uscire dalla logica delle mancette", mentre il pensiero del capogruppo di FI Paolo Barelli va alla prima manovra senza Silvio Berlusconi, "che ha permesso a tutti noi di essere qui oggi. Con Forza Italia ha creato una forza indispensabile per il governo e per il paese, e ha plasmato una classe dirigente che prosegue e proseguirà la sua opera e sulla strada da lui indicata".

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