governo

Assalto a Giorgetti, Salvini lo difende dallo sciacallaggio della sinistra

Giuseppe China

 Forse anche a causa dell’avvicinarsi della nottata di San Silvestro l’opposizione sta metaforicamente accendendo petardi e fuochi d’artificio sul ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Principale protagonista del dibattito politico in seguito alle sue affermazioni, rese fuori dal Parlamento, sulla mancata approvazione del Meccanismo europeo di stabilità. «Il ministro dell’Economia aveva interesse che il Mes fosse approvato per motivazioni economico-finanziarie. Ma per come si è sviluppato il dibattito, giurì d’onore e robe di questo tipo, mi è sembrato evidente che non c’era aria per l’approvazione, per motivazioni anche non soltanto economiche». Parole pronunciate di fronte a telecamere accese e taccuini aperti e che hanno scatenato un inevitabile profluvio di giudizi sull’operato del governo, del titolare del dicastero di via Venti settembre e richieste di dimissioni. «Ma cosa ci sta a fare ancora lì Giorgetti? Un ministro sfiduciato dalla maggioranza, dal suo stesso partito e dalla sua premier?», si interroga retoricamente la senatrice Beatrice Lorenzin (Pd). Alza, se possibile ancora di più, i toni dello scontro anche il capogruppo dem alla Camera, Chiara Braga che sul suo profilo X verga: «Aspettiamo Giorgetti in commissione Bilancio il 27 pomeriggio. Ci fa sapere che parlerà solo di manovra. Mi domando come potrà sottrarsi dallo spiegare al Paese le conseguenze del fallimento del suo governo in Europa di questi giorni».

 

  

Il tuo browser non supporta il tag iframe

Poco prima dal Mef era stata diffusa una nota in cui appunto è stata annunciata la presenza in V commissione del ministro Giorgetti. Il quale però nel corso della sua audizione si pronuncerà esclusivamente sulla legge di Bilancio. Eventuali e ulteriori sue dichiarazioni sul Mes non sono previste prima dell’approvazione della Finanziaria. A dare fuoco alle polveri della polemica politica è stato il capogruppo di Italia viva a Montecitorio, Davide Faraone: «Giorgetti, casualmente ministro dell’Economia, spiega che avrebbe approvato il Mes mentre il suo partito, la Lega, esulta per la bocciatura. Salvini dice: nessun contrasto con lui.

 

Questi pensano che gli italiani siano tutti fessi». Il riferimento di Faraone è all’«assolutamente no» pronunciato dal leader della Lega Matteo Salvini a chi gli domandava di un indebolimento di Giorgetti. In seguito sulle dichiarazioni del collega di partito, relative all’interesse italiano ad approvare il Mes, ha aggiunto: «Come merce di scambio su altro è vero, ma è stata una scelta coerente, la Lega ha sempre avuto la stessa idea sul Mes. È stato un voto non ideologico ma pragmatico. La Lega ha sempre avuto la stessa idea da 10 anni a questa parte. Abbiamo sempre votato nella stessa maniera e il Governo ha avuto una maggioranza compatta. L’astensione di Forza Italia era ampiamente comunicata, non rappresenta nessun problema. Abbiamo fatto quello che era giusto fare, ne sono assolutamente orgoglioso. L’economia italiana è solida, cresciamo più di francesi e tedeschi». «Il Mes - ha concluso il segretario del Carroccio- era uno strumento inutile, non utilizzato, superato, dannoso. Un pensionato o un operaio italiano avrebbero dovuto pagare per salvare una banca tedesca». Ancora più tranchant il senatore Claudio Borghi (Lega): «Abbiamo dato all’Unione europea un segnale inequivocabile».