il caso monfalcone
Elly Schlein e compagni per le moschee abusive: vogliono un paese senza regole
All'antivigilia di Natale gli islamici di Monfalcone sono scesi in piazza per protestare contro il sindaco che ha chiuso due centri di preghiera abusivi. La sinistra, col solito preoccupante riflesso pavloviano, si è ovviamente accodata insieme ai partigiani dell’Anpi e alla Cgil, in nome del multiculturalismo ideologico che è diventato la sua malattia senile. Già, perché schierarsi dalla parte della comunità islamica in questo - come in mille altri casi - significa solo manifestare contro le norme italiane che vietano di adibire a luoghi di culto aree che non rispettano i corretti criteri urbanistici, ed è quindi strumentale pretendere di violare le regole in nome di un’ipocrita difesa del diritto di culto. Peraltro, agli islamici di Monfalcone era stato offerto da alcuni parroci l’utilizzo di oratori di proprietà della Chiesa, sdegnosamente rifiutati, per cui è evidente che qui non è in discussione la libertà di culto ma solo il rispetto delle nostre leggi, una questione di principio su cui non si può transigere.
La sinistra invece cavalca il separatismo islamico e chiude gli occhi di fronte a una realtà purtroppo drammatica come il sostegno diffuso della comunità islamica locale al terrorismo di Hamas e la sopraffazione nei confronti delle donne, tanto che alcune zone di Monfalcone sembrano ormai un inquietante spaccato di mondo talebano. Del resto, la sinistra nei confronti dell’Islam radicale è sempre stata testardamente coerente, e ad esempio bocciò in Parlamento la proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia per stringere le maglie della normativa sulle associazioni di promozione sociale, usata spesso come escamotage dalle comunità islamiche per bypassare le norme urbanistiche e creare luoghi di culto abusivi in negozi, magazzini, scantinati e garage. Moschee, anzi madrasse clandestine, in cui si predica ogni giorno l’odio contro l’Occidenteesi pongono le basi culturali perla mancata integrazione delle nuove generazioni. In Francia lo definiscono islamo-gauchismo, termine utilizzato per indicare quella corrente politica che vede nei musulmani le vittime in rivolta contro un Occidente dominatore e colonialista e sostengono quindi tutte le loro battaglie, posizione a cui ha aderito acriticamente anche il Pd di Schlein.
Ma che esista un problema di integrazione dell’Islam in Europa non è una narrazione interessata, è la semplice constatazione di quanto è avvenuto nei Paesi che ci hanno preceduto sul piano dell’accoglienza degli immigrati come Gran Bretagna, Olanda e Francia, che oggi si ritrovano in casa una serie di ghetti etnici, confessionali e identitari – le banlieues di Parigi, ad esempio dove anche giovanissimi di terza generazione percepiscono l’Occidente come una terra ostile. Eppure la sinistra lavora Giugno Quando FdI ha presentato nuovamente una proposta di legge per vietare le moschee abusive pervicacemente per un’Italia multietnica e senza regole, non a caso il secondo governo Conte dimezzò i tempi per ottenere la cittadinanza italiana. Ma l’idea che fosse sufficiente concedere la libertà a tutte le etnie e a tutte le religioni, in nome del relativismo culturale, perché la libertà divenisse patrimonio comune, si è rivelato solo un miraggio per anime belle.
L’Olanda, la patria delle libertà, il laboratorio più avanzato del multiculturalismo, è entrata da tempo in profonda crisi e ora tutti, a sinistra, al centro e a destra concordano che il multiculturalismo è una scatola vuota di valori, incapace di cementare un’identità condivisa ma che accelera invece la disgregazione sociale, e non è quindi una sorpresa la svolta a destra delle ultime politiche.
Un ragionamento che vale anche perla concessione della cittadinanza: essere italiano, incarnarne l’identità e la nazionalità significa solo vivere, lavorare, pagare le tasse in Italia da un certo numero di anni, magari solo da cinque? Se è questo il concetto che la sinistra ha del popolo italiano, della sua storia, della sua lingua, letteratura, arte, diritto, religiosità, si capisce perché vuol spalancare le porte ai musulmani, il cui concetto di cittadinanza è molto diverso dal nostro, perché per loro è la religione che definisce l’identità, e questo è incompatibile con uno Stato liberale.