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Fisco, Stato amico di chi fa impresa: svolta nei controlli

Dario Martini
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«Lo Stato deve essere alleato di chi produce ricchezza, di chi crea posti di lavoro, non un nemico». Giorgia Meloni lo ha detto lo scorso 5 dicembre. Concetto ribadito anche con un'altra frase: «I cittadini non sono sudditi da vessare». Ieri, dopo due settimane il governo ha tradotto queste parole in fatti. Il Consiglio dei ministri, su proposta dei ministri Paolo Zangrillo (Pubblica amministrazione), Giancarlo Giorgetti (Economia) e Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy) ha approvato un decreto legislativo che introduce norme per la semplificazione dei controlli sulle attività economiche. Si tratta di quella rivoluzione per un «fisco amico» a cui il centrodestra sta lavorando fin dalla vittoria alle elezioni. In pratica, l'obiettivo principale è limitare le duplicazioni dei controlli. Vediamo, quindi, quali sono le principali novità. 1) Innanzitutto saranno eliminati gli adempimenti amministrativi ritenuti non più necessari e saranno semplificati quelli considerati «non proporzionati». 2) I controlli verranno programmati utilizzando la «valutazione del rischio», in modo da focalizzarli, spiega il Cdm «su attività economiche che presentino un livello di rischio più elevato e da effettuare al massimo un controllo all'anno nei confronti dei soggetti che ottenere il cosiddetto "report di basso rischio"».

 

 

3) Viene anche rafforzato l'utilizzo del fascicolo informatico d'impresa, che diventerà uno strumento di supporto ai controlli. 4) Lo Stato intende approcciarsi secondo un principio di «fiducia» nei confronti dell'attività economica, «in modo da minimizzare le richieste documentali e la valorizzazione di procedure collaborative e di dialogo tra amministrazioni e attività economiche che limitano, ove possibile, l' irrogazione di sanzioni». 5) Le verifiche fiscali faranno maggior ricorso alle tecnologie informatiche. 6) Il testo prevede, inoltre, un censimento generale dei controlli di competenza delle amministrazioni e una ricognizione su quelli svolti nell'ultimo triennio, da far confluire in un rapporto destinato al ministro per la Pubblica amministrazione al fine di elaborare un quadro di sintesi e di individuare aree di sovrapposizione e duplicazione. Le amministrazioni dovranno anche pubblicare, nella sezione «trasparenza», l'elenco dei controlli di loro competenza, da aggiornare ogni due anni. Il ministro Zangrillo spiega che il governo «punta a ridurre gli oneri amministrativi, soprattutto per le piccole imprese, ad accrescere la trasparenza amministrativa, a incidere sui fenomeni corruttivi, migliorando la competitività e lo sviluppo del territorio. Controlli più razionali - aggiunge - non significa infatti meno controlli, ma più efficaci. L'obiettivo è dunque quello di favorire le imprese e migliorare il rapporto con la Pa, così da generare ricadute positive per l'intera collettività». 

 

 

Anche il ministro Urso sottolinea la maggiore efficienza del Anni Ogni quanto verrà aggiornato l'elenco dei controlli di competenza di ogni amministrazione nella sezione dedicata alla trasparenza sistema: «Finalmente il nostro Paese si doterà di un nuovo sistema di controlli sulle attività economiche, che saranno più razionale ed efficace, secondo un approccio collaborativo tra la Pubblica Amministrazione e il tessuto industriale. Per la prima volta i controlli saranno indirizzati dove il rischio è più elevato, alleggerendo l'onere regolatorio nei settori a rischio minore. Una riforma sfidante e innovativa, attesa da oltre 10 anni. Il governo è dalla parte di chi produce, al fianco delle imprese, avanti su questa strada». Intanto, il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, fa sapere che al prossimo Consiglio dei ministri, l'ultimo del 2023, saranno approvati altri decreti delegati attuativi della riforma del sistema tributario. Tra questi c'è anche quello che riduce gli scaglioni Irpef da quattro a tre, «per il quale si è preferito un rinvio di qualche giorno per consentire un coordinamento tecnico in coerenza con la legge di bilancio in via di approvazione». «Ad ogni modo - conclude Leo - prosegue a ritmi serrati, e nel pieno rispetto dei tempi previsti, la rivoluzione fiscale del governo Meloni. Una riforma che il Paese attende da oltre mezzo secolo e che oggi sta vedendo la luce grazie all'azione concreta del governo di centrodestra».

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