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Carne sintetica, Mattarella firma il decreto. Solita figuraccia a sinistra

Christian Campigli
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Un vecchio adagio, tramandato dai nonni ai nipoti nelle fredde sere d'inverno di fronte al camino acceso, recita che prima di parlare conviene sempre contare fino a dieci. Un detto tanto antico quanto attuale ma, evidentemente, sconosciuto alla sinistra italiana. Che ieri ha inanellato l'ennesima figura cacina. Il quotidiano Repubblica, da sempre molto vicino all'universo progressista, ha titolato a piena pagina: «Mattarella non firma il ddl sulla carne coltivata. Servirà prima l'ok dell'Unione Europea». Come è noto ai nostri lettori, la difesa delle nostre eccellenze alimentari è stata una delle battaglie più importanti portate a termine dall'esecutivo dei moderati. Secondo il pezzo pubblicato sul quotidiano fondato da Eugenio Scalfari «la legge approvata dal Parlamento per vietare in Italia la produzione e vendita di alimenti derivati da colture cellulari non è ancora in vigore. E non lo sarà tanto presto. Perché serve una valutazione dell’Europa: le norme volute fortemente dalla destra impattano sul mercato unico continentale, dal momento che limiterebbero la libera circolazione in Italia dei cibi prodotti in laboratorio. Si rischia di sbattere contro una procedura d’infrazione. Ecco perché, a due settimane dal via libera definitivo della Camera al ddl del ministro Francesco Lollobrigida, il testo formalmente non è ancora giunto all’esame del Quirinale. E una valutazione non sarà fatta prima che l’Ue si sia pronunciata. Fino ad allora insomma non sarà sottoposto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la firma che sancisce l’entrata in vigore: il progetto resta in ghiacciaia. Se il governo sperava di saltare un passaggio e incassare la legge prima del confronto con Bruxelles, così non sarà». Insomma, una roboante sconfitta dei conservatori, almeno a leggere Repubblica.

Uno scivolone, su cui si è fiondato, bypassando le indispensabili verifiche del caso, il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Aurora Floridia. «Non si può vietare il commercio di un prodotto che è di competenza della Ue. Questa volta l’arroganza del governo Meloni, che non vuole mai confrontarsi con le opposizioni, è stata fermata». I sogni (della sinistra) son desideri, ma non sempre si avverano. Per fortuna degli italiani. È bastato infatti attendere poche ore, e tutto il castello di carta, le polemiche costruite sul nulla, la stucchevole panna montata si è sciolta come la neve al sole. Infatti, Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato ieri mattina il disegno di legge contro la carne sintetica. Il Governo, si legge in una nota diffusa dal Quirinale, ha trasmesso il provvedimento accompagnandolo con una lettera con cui si è data notizia dell’avvenuta notifica del disegno di legge alla Commissione Europea e con l’impegno a conformarsi a eventuali osservazioni che dovessero essere formulate dalla Commissione nell’ambito della procedura di notifica.

«Un’altra plateale sconfitta della sinistra – ha sottolineato il capogruppo di Fdi alla Camera, Tommaso Foti – Al contrario, questa è una grande vittoria del governo Meloni, che spazza via le fake news montate ad arte da certa stampa nazionale e dalle opposizioni». Grande soddisfazione è stata espressa dal ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida. «L’Italia è diventata ufficialmente la prima nazione al mondo a contrastare attivamente la produzione di carne coltivata, con una norma che ne vieta la produzione, la commercializzazione e l’importazione. Potrà essere un esempio per le altre nazioni europee ed eventualmente utile, in linea con le espressioni dell’Europarlamento, a evitare che questi prodotti vengano realizzati e commercializzati in futuro nell’Unione. Questo provvedimento salvaguarda territorio, lavoro, equità sociale e qualità come elementi connaturati al cibo, che deve sempre garantire benessere oltre che essere visto come semplice nutrimento. Oggi c’è un Governo che mantiene ad ogni costo gli impegni assunti, soprattutto quelli in difesa degli interessi nazionali».

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