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Toghe rosse, il ministro Nordio: "Non temo l'attacco della magistratura"

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«Non temo un attacco della Magistratura, e non lo teme nemmeno Crosetto». Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nella puntata di Cinque Minuti in onda su Rai Uno. «Credo che Crosetto abbia interpretato quello che è un sentimento abbastanza diffuso - prosegue il ministro - che si è creato soprattutto in questi decenni ed è stato acuito dallo scandalo Palamara dove c’è stata una ferita che non si è ancora rimarginata e che ha trovato il suo elemento più brutale in quella frase pronunciata da due magistrati: ’Salvini è innocente ma bisogna attaccarlo». Una frase blasfema, sacrilega per due magistrati, sulla quale ci sarebbe dovuta essere un’indignazione generale e sulla quale invece, purtroppo, la stessa magistratura non ha fatto piena luce. Anche perché Palamara ha detto che non era l’unica volta«, conclude Nordio.

 

 

 

Intanto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia ha parlato dei contatti che ha avuto con Crosetto. «Ci siamo sentiti col ministro, ha avuto la cortesia di chiamarmi. È fuori Italia e quando ritornerà probabilmente ci incontreremo. Abbiamo parlato poco perché è all’estero.» così Santalucia a Otto e mezzo su La7. A proposito delle dichiarazioni rilasciate al Corriere della sera riguardanti la magistratura, Santalucia ha aggiunto che il ministro Crosetto «ha accolto questa preoccupazione da qualche espressione che gli è stata riferita da qualche convegno o congresso di magistrati, mi è parso di capire». «Il problema è proprio qui», continua Santalucia, «che nell’intervista di domenica mattina la cosa è invece ben diversa: si trattava di magistrati che si concertavano tra di loro per usare i poteri giudiziari al fine di fare opposizione al governo. Questo è inaccettabile e inquietante, in buona sostanza è un’accusa di eversione. Gli ho cercato di spiegare le ragioni della mia inquietudine, perché dare una notizia di questo genere alla pubblica opinione ovviamente ha un impatto fortissimo. I magistrati sono al servizio del Paese, pienamente fedeli alla Costituzione e rispettosissimi delle istituzioni dello Stato. Crosetto mi ha detto velocemente che ci incontreremo e che comunque la sua intenzione non era accusare la magistratura di preparare delle azioni dolose per aggredire il governo. Credo che qualcuno gli abbia riferito qualche notizia o frase espressa in qualche convegno, ma i convegni sono altro, un dibattito giuridico sugli equilibri politico-istituzionali».

 

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