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Meloni in aula smonta le accuse dell'opposizione

Edoardo Romagnoli
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Giorgia Meloni al Senato difende l’operato del Governo. Negli ultimi 10 anni solo tre volte un presidente del Consiglio era andato in Aula per rispondere a delle interrogazioni a risposta immediata e negli ultimi 4 anni non era mai successo. Interrogazioni che hanno toccato vari temi: dai ristori peri danni provocati dall’alluvione in Emilia Romagna alle pensioni passando per la manovra finanziaria e le misure per la sicurezza. Ovviamente, anche se non rientrava fra i temi, Meloni ha voluto fare un accenno al caso di Giulia Cecchettin e prima di iniziare ha ringraziato «tutti i gruppi parlamentari per il lavoro che hanno fatto in sede di approvazione delle norme di contrasto alla violenza contro le donne». Poi ha snocciolato una serie di record raggiunti dalla sua squadra di governo partendo proprio dal «record di occupazione femminile», che è anche il dato di cui la premier va «più fiera». Ma anche «record del tasso di occupazione, record di occupati e occupati permanenti, oltre mezzo milione di lavoratori in più di cui 443mila stabili». Risultati che però non sono condivisi dai sindacati visto che, come ha rilevato il premier, «tra il 2012 e il 2022» si registravano «circa sei scioperi generali, mediamente uno ogni due anni, mentre adesso se ne fanno due ogni anno».

Durante la seduta è andato in scena anche un caustico scambio di battute con Matteo Renzi. Il senatore chiedeva conto al governo sulla crescita economica del Paese citando, fra gli altri dati, anche quello sul costo della benzina. Obiezione a cui Meloni ha risposto ricordando che «il costo della benzina dipende dalle scelte che fanno i Paesi che detengono il petrolio : se ci vuole dare una mano con il suo amico Mohammad bin Salman, forse ci aiuta ad abbassarlo». Per poi passare ai dati macroeconomici che «quattro agenzie di rating» hanno promosso e allo «spread ai minimi da molto tempo». E anche la borsa italiana che cresce di più di «quanto crescano tutte le altre borse europee». Non solo. Meloni ha voluto sottolineare come l’inflazione italiana «secondo la Commissione europea nel 2023 e nel 2024 sarà inferiore alla media europea» o come sul Pnrr «l’Italia è stata fra i primi» Paesi «in Europa a ottenere i fondi». L’Alleanza Verdi-Sinistra Italiana ha posto l’accento sul ritardo dei ristori per l’alluvione in Emilia Romagna. Meloni nella sua replica ha ricordato i 6,5 miliardi di euro complessivi che sono stati stanziati dal governo. E sui tempi dilatati per la distribuzione dei ristori ha attribuito la colpa al ritardo con cui la Regione Emilia Romagna ha reso operativa la «piattaforma Sfinge» che è lo strumento con cui i privati possono presentare le domande di risarcimento. Su questo ha replicato, nel suo intervento, il dem Francesco Boccia ricordando che «quella piattaforma è stata modificata su richiesta del commisMila Il numero dei lavoratori assunti in più da ottobre 2022 sario Figliuolo (...) è stata modificata perché avete scelto di nominare un commissario dopo tre mesi». Nella discussione è rientrato anche il tema dell’accordo Italia-Albania. Meloni ha prima voluto smentire chi sosteneva che non fosse in linea con il diritto europeo. Ricordando come sul punto «ha risposto direttamente l'Europa, con diversi interventi, l'ultimo dei quali è proprio quello del cancelliere Scholz di ieri, che ha detto che l'accordo non viola le norme europee e anzi l'Europa è interessata ad approfondirlo». Poi ha ricordato come questa intesa abbia preso forma questa estate quando «tutti pensavano che stessi in vacanza» in Albania e «invece stavo cercando di arrivare a un obiettivo che per me era molto importante». Il M5S, invece, ha posto il tema dell’Ucraina ricordando una frase pronunciata dal premier durante lo scherzo telefonico ad opera dei due comici russi. «Bisogna trovare una via d’uscita accettabile per entrambe le parti» aveva detto Meloni nella telefonata. Una posizione, secondo i grillini, in contrasto con la tesi sempre sostenuta dal premier. Anche qui Meloni ha sostenuto che non c’è nessuna discrasia e che «mantenere un equilibrio tra le forze in campo vuole dire sostenere l’Ucraina».

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