Migranti

Migranti, nuovo sgambetto francese: "Non prendiamo nessuno"

Pietro De Leo

Sull'immigrazione arriva, di nuovo, un «doppio registro» dalla Francia. Dopo gli intenti di solidarietà verso l'Italia manifestati negli scorsi giorni dal Presidente della Repubblica Macron e dal Primo Ministro Elisabeth Borne, ieri è giunta la doccia fredda da parte del ministro dell'Interno, Gerald Darmanin. In un'intervista su Radio Europe 1 è stato chiaro. Una domanda se la Francia accoglierà parte degli immigrati presenti a Lampedusa, ha risposto con un esplicito «no». Il suo Paese, ha detto, «non si appresta a farlo», aggiungendo poi che «la Francia vuole aiutare l'Italia a controllare la sue frontiere per impedire alla gente di venire». E ha specificato: «Sarebbe un errore di giudizio considerare che i migranti, siccome arrivano in Europa, devono essere subito ripartiti in tutta Europa e in Francia, che fa ampiamente la sua parte». 

 

  

 

Il ministro dell'Interno francese, inoltre, ha annunciato che verrà allestito un'area di «confinamento temporaneo» di un centinaio di posti al confine con l'Italia qualora ci fosse un afflusso di irregolarità nell'attraversamento delle frontiere. Dunque, parole che piombano nella complessità del contesto sul dossier migratorio. E su cui scatta la reazione della Lega dopo che, domenica, la guest star del raduno di Pontida è stata Marine Le Pen. «Basta chiacchiere, gli Italiani si aspettano e si meritano dalla Francia e dall'Europa dei fatti concreti», si legge in una nota del partito. Per altro, la leader di Rassemblement National e Matteo Salvini sono stati ospiti insieme a Cinque Minuti, programma condotto da Bruno Vespa su Rai 1: «Dalla Ue sul fronte sicurezza e immigrazione, tante promesse e fatti zero», ha detto il segretario del partito di via Bellerio, «Giorgia Meloni fa il massimo girando l'Europa e il mondo chiedendo tutela per l'Italia. Detto ciò i singoli Paesi devono poter essere in grado di proteggere i propri confini, la sicurezza dei loro cittadini con ogni mezzo necessario». I due leader, in questi giorni, hanno sancito la saldezza della loro alleanza in vista delle elezioni europee, appuntamento che senz'altro contribuisce ad aumentare d'intensità i messaggi pubblici riguardanti il ​​dossier migratorio. Una dinamica che coinvolge tutti i Paesi e anche le parole di Darmanin si collocano in questo contesto. 

 

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Affronta il punto il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. «C'è la campagna elettorale anche in Francia ma la questione non va affrontata con slogan in Italia come a livello europeo», ha osservato. Ricorrere alla propaganda, infatti, serve «a poco», perché gli slogan «durano il tempo dell'edizione di un telegiornale ma non risolvono il problema: noi stiamo lavorando intensamente e senza inutili promesse per risolvere questa emergenza alla radice». Tajani ha specificato poi che «fa fede quello che dice Macron e quello che dice il ministro degli Esteri, mi pare che ci sia voglia di collaborare». Ieri sera, poi, Darmanin è stato ricevuto dal ministro dell'Interno Italiano Matteo Piantedosi. E alla fine del colloquio l'account “X” del Viminale scrive di un «Costruttivo e amichevole incontro», da cui è emersa una «visione comune di intenti e prospettive di azioni congiunte in vista del prossimo Consiglio Affari Interni e Giustizia previsto a Bruxelles . Francia e Italia unite per una cooperazione concreta per combattere il traffico di esseri umani».