Politica e palazzo

Camera, sui soldi ai capigruppo Trancassini zittisce i polemici: “Assurdo parlare di casta”

Edoardo Romagnoli

«Tagliare è facile, noi vogliamo fare come il buon padre di famiglia e ottimizzare la spesa». Il questore della Camera Paolo Trancassini spiega l’ordine del giorno presentato ieri che propone la creazione di una società in house per gestire alcuni dei servizi ora appaltati a società private come le pulizie, la buvette, ossia il bar dell’Aula, il ristorante e il facchinaggio. «Si tratta dello stesso personale che passa di volta in volta da una società all’altra grazie alla clausola sociale. La società in house non dovrà fare utili per sé stessa ma invece tutelare il personale valorizzandone le professionalità e rendendo i servizi più efficienti. Con l’attuale sistema, ad esempio, il personale delle pulizie lavora 3-4 ore al giorno portando a casa, quindi, paghe molto basse» ha spiegato Trancassini. «Ecco, io penso che sia nostro compito, non solo e non soltanto leggere i numeri, non solo riferire una relazione, ma alzare il livello della sfida. Questo credo che sia quello che noi dobbiamo fare e questo è quello che noi cercheremo di fare», ha fatto sapere il questore di Montecitorio. Il Questore della Camera ci tiene a sottolineare come non si creerà una società con un presidente, un vicepresidente, un consiglio di amministrazione (Cda) ma verrà tutto gestito internamente dall’Amministrazione di Montecitorio. «La società camminerà sulle gambe di chi già oggi lavora qui e soprattutto farà a meno dell’intermediazione di società private» ha sottolineato il deputato di Fratelli d’Italia.

 

  

 

Per le Pubbliche Amministrazioni è possibile istituire una società in house come previsto dall’articolo 16 del decreto legislativo 19 agosto 2016 n.175, «Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica». Nel testo della proposta viene ricordato come «a partire dagli anni Novanta la Camera dei deputati ha proceduto a una progressiva esternalizzazione di alcuni servizi erogati presso la Camera stessa». Una esternalizzazione che, secondo Stefano Vaccari del Pd, ha portato a una riduzione dei costi. «Non pensiamo, a differenza del collega Trancassini, che la vicenda possa essere affrontata attraverso la creazione di contenitori terzi a cui affidare direttamente la gestione d servizi, senza avere, invece, valutato la sostenibilità finanziaria, l’efficienza, l’economicità e l’efficacia di questi strumenti e contratti» ha fatto sapere il deputato dem. Nell’ordine del giorno di Fratelli d’Italia a firma Messina, Iezzi e Colucci si legge che occorre «avviare una riflessione sulla possibilità di gestire alcuni dei servizi attualmente esternalizzati attraverso modalità diverse e più efficaci che possano migliorare il livello delle prestazioni rese, innalzare le garanzie retributive dei lavoratori addetti e ridurre i costi». Per poi concludere invitando «l’Ufficio di presidenza, il collegio dei Questori a valutare l’opportunità di svolgere un approfondimento sui diversi strumenti volti alla gestione di attività non direttamente strumentali all’esercizio delle funzioni parlamentari, anche mediante l’eventuale costituzione di una società in house, al fine di migliorare l’efficienza della gestione dei servizi stessi e di innalzare le garanzie retributive dei dipendenti addetti, adottando una cornice normativa che introduca nell’ordinamento interno gli adattamenti necessari e adeguare la disciplina esterna alle peculiarità dell’istituzione parlamentare, alla luce dell’autonomia organizzativa ad essa attribuita dall’ordinamento costituzionale ai sensi dell’articolo 64 della nostra Costituzione».

 

 

Sul tema dei costi e delle spese della Camera: «Ma quale casta. Noi ci muoviamo in un ambito molto complicato, basta pensare a due giorni fa: è dal 2012 che i capigruppo possono essere pagati dai propri gruppi, noi l’abbiamo semplicemente istituzionalizzato, senza aggiungere un euro, senza fare nessuna variazione di spesa, eppure siamo finiti sui giornali».