Accordo in vista

Berlusconi, “di quanto si accontenta Fascina”. Rumors sul testamento: niente tribunale

A 30 giorni dalla scomparsa di Silvio Berlusconi resta l’interrogativo: se Antonio Tajani farà il reggente, chi della famiglia del Cavaliere farà da garante del futuro del partito? Molti azzurri scommettono sul secondogenito Pier Silvio, attuale amministratore delegato di Mediaset, che non scenderà in campo direttamente come il padre, ma di fatto potrebbe prendere lui in mano le redini del partito post-Silvio, d’intesa con l’attuale coordinatore nazionale, in vista delle elezioni europee. Anche se lui esclude di seguire le orme paterne («non ho intenzione di scendere in politica», ha precisato in occasione della presentazione dei palinsesti del Biscione), la smentita non convince del tutto, visto che poi ha ammesso di aver avuto la tentazione di buttarsi nell’agone politico («Io ho 54 anni, mio padre quando ha lanciato Forza Italia ne aveva 58...»). Se è solo una suggestione immaginare Pier Silvio in campo, quando tutto il partito appare unito su Tajani presidente pro tempore, nessuno può dirlo adesso. Oltre alla responsabilità di natura politica, altro nodo da sciogliere è quello dei conti di FI con annesso problema dei parlamentari ‘morosi’: chi si sobbarcherà i circa 90 milioni di euro di crediti vantati da Berlusconi nei confronti del partito e garantiti dalle fideiussioni bancarie, che lo rendevano unico proprietario del movimento lanciato nel ’94? L’ultimo bilancio non risolve il rebus di cassa e prima o poi la questione andrà affrontata, almeno ‘parlando’ con gli istituti di credito interessati. 

 

  

 

Quanto al nodo dell’eredità, con le incognite e i dubbi di validità che ancora accompagnano l’ultimo testamento olografo con i 100 milioni di euro a Marta Fascina, sembra prevalere la cautela e il senso di responsabilità tra i figli di Berlusconi: meglio non impugnare il lascito, cercando una soluzione condivisa extragiudiziale, piuttosto che intraprendere una battaglia in tribunale, che si annuncia lunga e dall’esito incerto con strascichi mediatici dannosi per tutti. Secondo alcuni boatos la compagna dell’ex premier, che dai funerali del Cav è rimasta in silenzio ad Arcore, potrebbe alla fine accontentarsi di una cifra inferiore ai 100 milioni di euro previsti dal lascito. Comunque, la linea della famiglia di Berlusconi è quella della compattezza, soprattutto ora nel momento del dolore. Niente polemiche, dunque. 

 

 

Come convivente Fascina ha diritto di abitare a Villa San Martino, ma i beninformati, riferisce l’Adnkronos, sono convinti che anche stavolta sarà Pier Silvio a decidere la durata della permanenza della deputata di Portici nella storica residenza brianzola, simbolo del berlusconismo. Nessun ruolo particolare, poi, dovrebbe essere riconosciuto a Fascina nel partito, ove peraltro risulta già impegnata come parlamentare. Di certo il nome di Berlusconi sarà inserito a titolo definitivo nel simbolo di FI attraverso una modifica dello statuto: un modo per rendere il doveroso omaggio alla memoria del fondatore del partito ma anche una scelta dettata da marketing elettorale, visto che la figura del Cav continua ‘tirare’, ad attrarre consensi, specialmente nell’elettorato moderato. Sempre in ‘quota famiglia’ dovrebbe rimanere, raccontano, il collegio senatoriale di Monza rimasto vacante dopo la scomparsa dell’ex premier. Anche su questa partita, riferiscono, sarà determinante il contributo di Pier Silvio. Sembrano essere in discesa le quotazioni di Adriano Galliani, uno dei fedelissimi di Arcore, ex senatore e attuale ad del Monza calcio, che per occupare il seggio dovrebbe dimettersi dal cda di Fininvest dove è stato recentemente confermato.