leader di azione

Terzo Polo, Carlo Calenda straparla e attacca tutti

Domenico Alcamo

Saranno state le ultime settimane difficili, o magari la platea di under 30 di «Azione» e forse la vocazione professorale che appartiene al personaggio, ma ieri Carlo Calenda, parlando ai giovani del suo partito, è tornato a vestire la maglia ben nota del dispensatore di lezioni a tutto tondo. Che si scaglia contro ministri e governo rivendicando che lui sì, a differenza dei comuni mortali una soluzione a tutti i problemi l’avrebbe eccome. A partire da uno dei temi principali del confronto politico, ossia il Pnrr: «La problematica che il Governo ha è che non riesce a spiegare come vuole rifarlo. Noi gli abbiamo fatto una proposta: ripristinate Industria 4.0 e date questi soldi agli imprenditori che investono in digitale e ambiente e assumono, almeno non li buttiamo». E aggiunge: «Abbiamo scritto la norma con i relativi costi in modo che fosse in linea con le direttive europee: lo facessero perché altrimenti qui si chiacchiera di tutto senza mai riuscire a mettere in piedi niente, il vero problema di questo Paese».

Poi prende di mira singoli ministri. Il titolare della Cultura Gennaro Sangiuliano, per esempio, e la sua proposta di regalare un libro ad ogni nuovo nato (magari attraverso un buono, che i genitori potrebbero gestire attraverso lo Spid), per contrastare la disaffezione alla lettura che c’è nel nostro Paese: «Un libro per ogni persona che nasce? Ma che modo di pensare è? - tuona Calenda - Una semplificazione assurda. Regalando un libro non risolvi il problema della lettura. Serve cultura, ma cultura nazionale agganciata alla cultura europea». Notazione alquanto astratta, ancor più considerando che il concetto espresso da Sangiuliano aveva uno spettro più ampio, comprendendo anche il ruolo delle famiglie e delle scuole. Calenda, poi, va anche addosso al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, per il concetto di etnia su cui tanto si è discusso nelle scorse settimane: «Lollobrigida il ceppo ce l'ha in testa se pensa che gli italiani possano essere definiti sulla base dell’etnia. Dentro ognuno di voi c'è sangue arabo, normanno, europeo, mediterraneo. Avete voglia di discutere, cari sovranisti, di identità? Facciamo un bel dibattito e vediamo chi conosce l'identità storica e culturale di questo paese, se voi o io».

  

 

 

 

In realtà, il ministro dell’Agricoltura ha più volte sottolineato che il suo ragionamento era sul piano culturale, ma evidentemente al leader di Azione non basta. Gli replica, da Fratelli d’Italia, Riccardo Zucconi: «Comprendiamo che Carlo Calenda, dopo le diverse e numerose brutalizzazioni a cui è stato sottoposto da Matteo Renzi, abbia perso un po' di lucidità, tuttavia il messaggio del ministro Lollobrigida è chiaro e assolutamente privo di discrimini razziali: basta strumentalizzazioni, se non sia ha nulla da dire meglio stare in silenzio». Non manca, poi, un riferimento alle tensioni con l’altro troncone di Terzo Polo, Italia Viva: «Il percorso è accidentato: abbiamo visto l’ultimo mese e non è l'ultimo accidente. Ora per un po’ stiamo buoni, perché anch’io sono affaticato. Ma di base è tutto così, fino a che a un certo punto il piano comincerà a girare». E annuncia: «Da qui in avanti, Azione torna a fare Azione». Visti i risultati precedenti, forse non è una buona premessa.